-  Mottola Maria Rita  -  04/06/2013

ETERNIT UNA SENTENZA GIUSTA – Maria Rita MOTTOLA

L'imprenditore Stephan Schmidheiny è stato condannato a 18 anni di reclusione per disastro doloso dai giudici di Torino.

La sentenza è giusta non solo e non tanto perché nel riformare la sentenza di primo grado ha confermato la condanna, rideterminando la pena nella misura di 18 anni di reclusione contro i 16 anni applicati in primo grado. E' giusta perché non limita i fatti a quanto avvenuto in Piemonte come in primo grado escludendo dalla condanna e quindi dal risarcimento gli abitanti di Bagnoli (NA) e di Rubeira (RE).

La sentenza di primo grado infatti appariva selettiva e esclusiva: quasi che le morti avessero un valore differente. (Trib. Torino, 13 febbraio 2012).

Il Tribunale di Torino aveva negato la tesi sostenuta dall'accusa secondo la quale il reato di disastro ambientale sarebbe ancora in corso di consumazione. In motivazione infatti si legge come non possa ritenersi sussistente la permanenza del reato omissivo perché non risulterebbe "facilmente individuabile la fonte dell'obbligo, sia essa legislativa o di formazione secondaria, in violazione della quale gli imputati avrebbero omesso di impedire l'evento" (p. 511), e che inoltre "risulterebbe arduo eseguire un giudizio controfattuale da cui far discendere, sotto il profilo causale, la responsabilità degli imputati, perché sarebbe difficile poter sostenere che in atti sussista la prova logica e processuale secondo la quale, se gli imputati avessero attivato i poteri sollecitatori auspicati, l'evento sarebbe stato sicuramente evitato" (p. 512).

Il Tribunale concludeva per la prescrizione della condotta omissiva e per la sussistenza della condotta dolosa commissiva degli imputati (si ricorda che uno di loro è, nelle more del processo, deceduto). La condotta commissiva veniva dal Tribunale individuata nella consegna a titolo gratuito ai cittadini di materiale di scarto (tale pratica si aveva solo a Casale Monferrato e a Cavagnolo) materiale con il quale si lastricavano strade e cortili con un danno evidente per la popolazione.

Altra osservazione: il reato imputato è quello previsto dall'art. 434 c.p. e cioè il cd. disastro doloso generico, questo perché la procura di Torino e anche i giudici di prima e seconda istanza non sono riusciti a individuare altra e diversa normativa.

Quello che dobbiamo è perché non esiste e perché non esisteva?

La risposta l'hanno data gli stessi legali degli imputati con il loro monito: state attenti così nessun investitore straniero verrà in Italia a installare le sue aziende!

E a questo punto forse l'unica risposta seria a tale assurda affermazione dovrebbe essere: e chi se ne frega.

E questo lo potremmo dire se tempo fa un Ministro della nostra Repubblica di un governo di centro sinistra non avesse affermato a un convegno per amministratori e operatori economici che il suo ministero stava svolgendo un grande lavoro per vendere il nostro know how ai paesi emergenti. E questo lo potremmo dire se la legislazione europea fosse diretta veramente a salvaguardare la salute in azienda e non solo a strozzare le nostre piccole imprese. E questo lo potremmo dire se la classe politica europea non fosse mossa dalle lobby (non sono una mera fantasia ma una concreta realtà che al Parlamento Europea che possiede anche stanziamenti di fondi, lasciamo alla vostra immaginazione l'uso degli stessi) di multinazionali che hanno solo il profitto come scopo finale e immediato. E questo lo potremmo dire se non vi fosse stata negli ultimi anni un'inversione di tenenza che ha privato il nostro splendido paese di quella produttività sana e orgogliosa fatta da una miriade di piccoli e tenaci imprenditori.

Ma questo lo dobbiamo gridare a gran voce tutti e tutti insieme ... se non vogliamo che solo Papa Francesco si erga a difensore della dignità e del lavoro, della libertà e della persona, contro la speculazione e l'affarismo, contro la corruzione e la precarietà, contro l'insulsaggine e la sottocultura della pochezza. Se vogliamo avere davanti un futuro nostro, veramente nostro.

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http://www.personaedanno.it/danno-all-ambiente/eternit-disastro-ambientale-prevenzione-o-precauzione-maria-rita-mottola




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