L'almanacco di oggi ci ricorda che il 13 giugno del 1888 nasceva a Lisbona il grande poeta Fernando Pessoa.
Considerato uno dei maggiori poeti di lingua portoghese, ed insieme a Pablo Neruda, il poeta più rappresentativo del XX secolo. " Il peso della consapevolezza del mondo" è, in Pessoa, estremo e spinto fino allo spasimo. Vivere attraverso i sensi provoca sofferenza, una naturale sofferenza interna che è in noi per il solo fatto che siamo al mondo e che percepiamo quanto ci circonda ("Vedo le botteghe, vedo i marciapiedi, vedo le vetture passare, / vedo gli esseri vivi vestiti che s"incrociano, / vedo i cani che anche loro esistono, / e tutto questo mi pesa come una condanna all"esilio").Anche solo esistere è un dolore: "C"è, tra me e il mondo, una nebbia che impedisce che io veda le cose come veramente sono – come sono per gli altri".La realtà sovrasta, confonde, e l"uomo per cui il mondo è un enigma, finisce per diventare un enigma per se stesso ("La mia anima è una misteriosa orchestra; non so quali strumenti suoni o strida dentro di me corde e arpe, timballi e tamburi. Mi conosco come una sinfonia"). Tuttavia un rimedio alla stanchezza della vita , è il sogno ed il dubbio: motore di una ricerca inesauribile ("Mi perdo se mi incontro, dubito se trovo, non possiedo se ho ottenuto")ricerca che si realizza anche e soprattutto attraverso la scrittura . Il sentire dell"intelletto, la forza dell"immaginazione e della creazione permettono alla mente umana di esplorare le sue infinite possibilità, allontanando lo spettro dell"inconsistenza di ciò che siamo. ("Non sto pensando a niente/e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,/mi è gradita come l"aria notturna,/fresca in confronto all"estate calda del giorno./Che bello, non sto pensando a niente!/Non pensare a niente/è avere l"anima propria e intera./Non pensare a niente /è vivere intimamente /il flusso e riflusso della vita…Non sto pensando a niente./È come se mi fossi appoggiato male./Un dolore nella schiena o sul fianco,/un sapore amaro nella bocca della mia anima:/perché, in fin dei conti,/non sto pensando a niente,ma proprio a niente,/a niente").Scrivere non solo è una forma di conferma della nostra esistenza, è anche un modo per indagarla e per esorcizzarla. ("Se scrivo ciò che sento è perché così facendo abbasso la febbre del sentire")In questo senso quindi la parola – e soprattutto la parola poetica – scongiura ed esorcizza il negativo della vita, lo blocca e lo incastra in un racconto, in un mito, in modo che non possa spaventare più. Alla luce di questo, certamente quella di Pessoa è da un lato una grande prova di coraggio, che, tutte le prove di coraggio, parte dalla paura, e d'altro lato un tentativo di conoscenza, e come tale, non può che prendere le mosse dal dubbio e dalla consapevolezza dell"incertezza. Saramago, grande innamorato di Pessoa, parlando del suo connazionale scriveva : "Fernando Pessoa non riuscì mai a essere davvero sicuro di chi fosse, ma grazie al suo dubbio possiamo riuscire a sapere un po" di più chi siamo noi".