-  Peron Sabrina  -  26/09/2012

A MARGINE DEL CASO SALLUSTI - I - Sabrina PERON

La notizia è subito rimbalzata in tutte le testate on-line e nei social network e sicuramente finirà nelle prime pagine dei giornali di domani: la Corte di Cassazione, sezione penale, ha confermato la condanna a 14 mesi di reclusione per il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, per la commissione del reato di diffamazione a mezzo stampa a danni di un magistrato.

In attesa di leggere la motivazione della sentenza, mi pare utile (ri)pubblicare una ricerca svolta nel 2003 insieme al collega Emilio Galbiati, per l'Ordine dei Giornalisti della Lombardia (Presidente Franco Abruzzo), sulle cause di diffamazione decise dal Tribunale di Milano, sezione penale.

La ricerca è ancor oggi reperibile sul sito dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia al seguente link http://www.odg.mi.it/node/30045

***

Diffamazione a mezzo stampa. Inchiesta
dell"Ordine dei Giornalisti della Lombardia sulle 91 sentenze penali
emesse dal Tribunale di Milano nel biennio 2001-2002


Sia il rapporto percentuale tra il numero delle assoluzioni e
delle condanne per diffamazione contro magistrati sia il rapporto
percentuale tra il numero delle assoluzioni e delle condanne per
diffamazione contro politici è pari al 50%. Un dato, questo, allineato
al sostanziale equilibrio generale tra le sentenze di assoluzione (48%)
e quelle di condanna (52%).

Nella maggior parte dei casi la condanna dei giornalisti è
motivata per difetto del requisito di verità della notizia (59%), segue
la violazione del limite della continenza (33%) ed, in misura molto più
ridotta, la carenza di interesse pubblico (8%).

Milano, 27 maggio 2003. Giudici e politici sono trattati allo
stesso modo dal Tribunale penale di Milano, quando lamentano di essere
vittime del reato di diffamazione a mezzo stampa. Sia il rapporto
percentuale tra il numero delle assoluzioni e delle condanne per
diffamazione contro magistrati sia il rapporto percentuale tra il
numero delle assoluzioni e delle condanne per diffamazione contro
politici è pari al 50% (tale dato appare in linea con il risultato
complessivo delle percentuali assoluzioni/condanne). I più colpiti da
querela per diffamazione sono gli articoli di cronaca (nel 50% dei
casi), quindi gli articoli di critica (29%) ed infine le interviste
(21%). Nella maggior parte dei casi la condanna dei giornalisti è
motivata per difetto del requisito di verità della notizia (59%), segue
la violazione del limite della continenza (33%) ed, in misura molto più
ridotta, la carenza di interesse pubblico (8%). Sono questi i dati più
interessati che affiorano dalla ricerca in materia di diffamazione a
mezzo stampa, decisa dal Consiglio dell"Ordine dei Giornalisti della
Lombardia ed affidata agli avvocati Sabrina Peron ed Emilio Galbiati.
La ricerca, che si è conclusa in questi giorni dopo sei mesi di lavoro,
è stata resa possibile dalla pronta adesione all"iniziativa dei
presidenti della Corte d"Appello e del Tribunale di Milano, Giuseppe
Grechi e Vittorio Cardaci, ai quali va il ringraziamento del Consiglio
dell"Ordine.

La ricerca, eseguita dagli avvocati Sabrina Peron ed Emilio Galbiati
del Foro di Milano, ha avuto per oggetto la disamina delle 91 sentenze
penali emesse dal Tribunale di Milano nel biennio 2001-2002 in materia
di diffamazione a mezzo stampa. Le copie delle sentenze, per rispetto
delle normative in materia di privacy, sono state rilasciate dalle
competenti Cancellerie del Tribunale di Milano, senza indicazione dei
nomi delle parti. I risultati dell"indagine verranno diffusi e
pubblicati nei prossimi mesi dal Consiglio dell"Ordine.

 

In via anticipata, si possono sin d"ora illustrare alcuni dei dati
più significativi emersi con riferimento ai procedimenti penali di
primo grado:

 

durata del procedimento: la durata del processo, dalla
data del rinvio a giudizio al deposito della sentenza di primo grado è,
in media, di circa due anni


tipologia di testata: i procedimenti per diffamazione a mezzo stampa hanno interessato varie tipologie di testate nella seguente misura percentuale:

Ø quotidiani nazionali 27%
Ø quotidiani locali 23%
Ø settimanali 20%
Ø reti televisive 17%
Ø periodici 13%


tipologia articoli diffamatori: i più colpiti da querela
per diffamazione sono gli articoli di cronaca (nel 50% dei casi),
quindi gli articoli di critica (29%) ed infine le interviste (21%);


dialettica processuale: dal raffronto tra le richieste
del P.M. e l"esito del processo di primo grado è stata riscontrata una
certa dialettica processuale.

 

Percentuali accoglimento/rigetto delle richieste del P.M.:

 

Ø accoglimento 65%
Ø rigetto 35%


percentuali assoluzioni/condanne: si è potuto rilevare un sostanziale equilibrio tra le sentenze di assoluzione (48%) e quelle di condanna (52%);


scriminanti assenti in caso di condanna: nella maggior
parte dei casi la condanna è motivata per difetto del requisito di
verità della notizia (59%), segue la violazione del limite della
continenza (33%) ed, in misura molto più ridotta, la carenza di
interesse pubblico (8%);


professione delle parti offese: tra le persone offese spiccano le seguenti categorie professionali:

Ø magistrati 23%
Ø politici 16%
Ø imprenditori 15%
Ø amministratori di società commerciali 5%
Ø giornalisti 3%

 

Si noti che, sia il rapporto percentuale tra il numero delle
assoluzioni e delle condanne per diffamazione contro magistrati, sia il
rapporto percentuale tra il numero delle assoluzioni e delle condanne
per diffamazione contro politici, è pari al 50% (tale dato appare in
linea con il risultato complessivo delle percentuali
assoluzioni/condanne sopra riportato);


tipologia di condanna penale: in caso di condanna,
nell"87% dei casi viene irrogata la sola sanzione della multa; la
condanna alla reclusione viene comminata solo nel 13% dei casi ed in
tali occasioni può essere disposta congiuntamente ad una multa (31%)
oppure da sola (69%).

Inoltre, è emerso che l"entità della multa supera il valore di €
1.000,00 solo nel 34% dei casi, mentre la reclusione non è mai
superiore ai 12 mesi e nell"80% dei casi è comunque inferiore ai 6 mesi;


condanne civili in sede penale: dalla disamina dei dati
disponibili, relativi alle pronunzie di condanna civile in sede di
procedimento penale, sono emersi i seguenti risultati:

Ø l"importo medio liquidato alla parte civile a titolo di risarcimento danni, ammonta a € 23.221,13
Ø l"importo medio liquidato alla parte civile a titolo di sanzione pecuniaria (art. 12 L. 47/1948), ammonta a € 5.550,45


percentuale appelli: avverso le sentenze penali emesse dal Tribunale di Milano viene proposto appello nel 59% dei casi.

 




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film