-  Marra Angelo D.  -  02/01/2013

A MARGINE DEL DISCORSO DI FINE ANNO DI NAPOLITANO - Angelo D. MARRA

1 Ho gradito molto il messaggio del Presidente della Repubblica per il riferimento alla questione sociale ed alla necessità di razionalizzare l'uso delle risorse e la distribuzione dei pesi nascenti dal momento di crisi. Cosa suggerisce questo rispetto alle persone con disabilità e alla loro condizione nel nostro Paese?

Qualche suggestione:

" Prospettare una visione importante fin da ora" - afferma il Presidente - "una nuova visione non può eludere il problema del crescere delle ineguaglianze sociali. Si riconosce ormai, ben oltre vecchi confini ideologici, che esso è divenuto fattore di crisi e ostacolo alla crescita proprio nelle economie avanzate. Porre in primo piano quel problema diventa sempre più decisivo". Cura dei soggetti deboli. Paese da far crescere aperto ed inclusivo.

 

Questi gli auspici del presidente che hanno suscitato maggiore risonanza in me.

 

2 Le persone con disabilità sono – nei fatti – ancora costrette ad attendere il raggiungimento dell'eguaglianza sostanziale ed il pieno godimento dei diritti di cittadinanza nella nostra comunità.

Se così è - e purtroppo è così - le persone disabili sono cittadini emarginati. Ebbene, non possono essere queste persone a sopportare maggiormente il peso di un paese in affanno. Punto. Diciamo le cose con chiarezza. Se procediamo, come comunità, per questa strada non andiamo da nessuna parte e possiamo dimenticarci qualunque forma di crescita. Il paese deve essere aperto ed inclusivo, non emarginante!

 

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3 altro punto importante: il rispetto dell'uguaglianza non è un lusso. l'equità non è "roba da ricchi", da perseguire se e quando ci sono le risorse. È ciò che rende l'Italia un paese civile. Se mettiamo da parte questo, neghiamo le fondamenta del nostro stare insieme.

È necessario che la razionalizzazione delle risorse disponibili avvenga non dimenticando   ed anzi ponendo quale punto di partenza non negoziabile l'obiettivo di ridurre le diseguaglianze presenti nel paese.

È abbastanza intuitivo che, a chi ancora non vive una condizione di piena cittadinanza (e tra questi soggetti vi sono, senz'altro, le persone con disabilità), non si può chiedere - o meglio imporre tramite scelte politico-legislative - di rinunciare alle risorse necessarie a raggiungere l'equità che è ancora lontana. Eppure, sono proprio i soggetti deboli ed essere maggiormente esposti.

 

4 Questo non è nella "natura delle cose", è il frutto delle scelte concrete di chi ci governa. È il momento di dire con chiarezza che le scelte non sono ineluttabili ma sempre frutto di una visione del mondo e del modo di stare insieme. Qual è l'idea di Paese che stiamo collettivamente perseguendo?

Certo, rimuovere gli sprechi è doveroso ed il risparmio delle risorse pubbliche è un valore. Ma ciò che è necessario ridurre sono - per l'appunto - gli sprechi, non i livelli di cittadinanza!

 

5 Questo Paese non deve "risparmiare sull'equità". Pena la negazione dei più alti valori costituzionali e l'aumento delle diseguaglianze sociali. Questo, e non un'organizzazione sociale inclusiva, è un lusso che non ci possiamo permettere.




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