Cultura, società  -  Redazione P&D  -  27/04/2022

A.A.V.V., Il mondo di Paolo Cendon - Recensione di Giulio Rufo Clerici-Monica Menini

Santelli Editore, Milano, 2022, pp. 326

 

“Tutto richiede attenzione”, scrive Barbara Franceschini, nel volume Il mondo di Paolo Cendon.

“Tutto” può essere il soggetto, con il quale porsi in relazione, confrontarsi, interloquire, di volta in volta in posizione di ascolto, di riconoscimento o di sostegno, di fronte a qualunque bisogno o fragilità, implicita o esplicita.

Il “Mondo di Paolo Cendon” nasce da questa attenzione e dall’interesse per la vita umana, narrato in una polifonia di "voci" che si intrecciano intorno alle riflessioni e agli stessi insegnamenti di Paolo Cendon.

I contributi pubblicati sono numerosi come le esperienze del Professore: docente, giurista “della vita”, inventore e riformatore, promotore di realtà associative, romanziere e divulgatore.

Vita e diritto sono raccontate in modo concreto, senza i limiti e le forme della sistematica giuridica, spaziando dalle testimonianze di allievi e amici, al circolo di Venezia, alla genesi dell’amministrazione di sostegno, all’evoluzione normativa e giurisprudenziale del danno esistenziale (sentenze di San Martino), dai diritti dei bambini, malati terminali, anziani, dall’astreinte ai punitive damages, dagli animali di compagnia agli animali come soggetto del diritto. Spesso questi temi trovano un’eco nella giurisprudenza, come evidenziato anche dagli Autori, attraverso numerosi riferimenti.

Ampio spazio è dedicato ai progetti di riforma dell’ordinamento: verso l'abrogazione dell’interdizione, l’introduzione di nuovi strumenti giuridici come il “patto di rifioritura” e il “progetto esistenziale di vita”, sino a giungere all’“ufficio sportello per la fragilità”, quale riferimento per gli attori coinvolti nella protezione dei soggetti deboli e delle loro esigenze. Nel 2021, in Umbria, è stata presentata la proposta di legge regionale n. 1280, per la realizzazione del progetto esistenziale di vita e la promozione dell’amministrazione di sostegno, mentre nello stesso anno il Comune di Reggio Emilia ha istituito il Registro dei progetti esistenziali di vita, al fine di annotare volontà, desideri, aspirazioni, (ma anche preferenze legate ai sentimenti e alla quotidianità) delle persone portatrici di fragilità, in previsione della scomparsa dei loro cari.

Il volume ripercorre le iniziative già portate a compimento, come il sito “Persona e Danno”, espressione di una passione comunicativa che si manifesta anche online ed è rivolta - oltre ai giuristi e al mondo accademico - a tutti coloro che si pongono in dialogo, a vario titolo, sul diritto plurale dell(e) person(e). L’utilizzo dei social network permette all’internauta di attivare anche una relazione di confronto interattivo.

Nel pensiero di Paolo Cendon il diritto - o meglio, al plurale, i diritti - non sono statici ma in divenire, evolvono con la società e le esperienze del territorio: “Diritti in Movimento” e “Anziani Terzo Millennio” sono realtà associative che promuovono il confronto sulle persone fragili e sulla ricerca di soluzioni giuridiche o di buone pratiche, a livello locale e nazionale.

Una sezione del libro è dedicata al Cendon scrittore e romanziere: "L'orco in canonica" e "Storia di Ina" riguardano, tra l’altro, il rapporto tra generazioni, fragilità, abuso.

La prima opera - fin dal titolo, l’Orco - narra una vicenda di violenza e di predazione ai danni di una persona minorenne. Le figure dei protagonisti sono sviluppate con attenzione realistica e riportano alla mente vicende di cronaca: Sergio Chiarloni propone, come titolo alternativo, “La bambina in canonica”.

La seconda opera, non meno realistica, offre un’alternativa, incentrata sulle figure di una giovane e di un maestro, quasi a suggerire un rapporto adottivo, un ponte tra età e condizioni diverse, in una prospettiva di solidarietà. Viene successivamente in evidenza, tra i protagonisti, un’alternanza di fragilità, che ben può riguardare anche coloro che hanno ricevuto successi e riconoscimento sociale.

Cendon ripercorre il rapporto con le sue pubblicazioni, l’editoria e la comunicazione, proponendo alcuni esempi, a volte scherzosi: “quando l’editore vide che un tema francamente insolito per l’epoca, come il ‘danno esistenziale’, verso la fine degli anni ’90, finì per farsi comprare in oltre quattromila copie, la mia libertà di pianificazione divenne assoluta”. 

Tante pubblicazioni, convegni, incontri che sono strumenti di riflessione, comunicazione ma anche scambio e collaborazione: tanti tasselli di un mosaico sempre ancorato alla realtà. Realtà che è complessa, spesso scomoda, a volte amara, riflesso dell’essere umano e delle sue imperfezioni. 

Giuristi, e non, possono partire proprio dal riconoscimento della complessità e, attraverso un attento ascolto, possono riconoscere rumori e silenzi, rivelatori di necessità, soffermandosi per leggere e riflettere sulle diversità. Osservazioni da condividere e arricchire attraverso il dialogo con diverse professionalità e il confronto con il territorio, per progettare insieme soluzioni, guardando ai limiti come a qualcosa che può essere cambiato. Il mondo di Paolo Cendon è senza timore di fronte a ciò che è nuovo.






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