Cultura, società  -  Redazione P&D  -  27/11/2022

Accumula 150mila euro di debiti per crescere il figlio da madre separata

IL GIUDICE NE ANNULLA 100MILA. "BANCHE CORRESPONSABILI"

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Il piano di risanamento dei debiti per una dipendente dell'Asl di Lecce è stato predisposto da un avvocato di Metodo Legale e approvato dalla terza sezione civile del tribunale di Lecce: i restanti 50mila euro saranno restituiti con rate mensili sostenibili. "Gli istituti bancari hanno contribuito al sovraindebitamento con i numerosi prestiti personali erogati e alle numerose rinegoziazioni dei contratti che hanno comportato la crescita incontrollata dei costi finanziari"

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Senza il sostegno economico del marito da cui si era separata ha dovuto affrontare da sola la crescita del figlio minore accumulando nel tempo un debito di 150mila euro. Dopo aver venduto la propria abitazione all'asta e uno stipendio sempre più risicato per via della cessione del quinto, come delega di pagamento e di vari pignoramenti. Per questo una dipendente dell'Asl di Lecce viveva sotto il limite di povertà. L'àncora di salvataggio in una situazione così difficile è arrivata grazie a un piano di risanamento dei debiti predisposto dall'avvocato, che nelle scorse settimane è stato approvato dal giudice della terza sezione civile del tribunale di Lecce.

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Il piano ha previsto lo stralcio di ben 100mila euro e la possibilità per la dipendente di pagare i residui 50mila in rate mensili sostenibili. I guai economici sono iniziati non appena la donna ha deciso di accendere un mutuo ipotecario per acquistare una nuova casa che potesse accogliere lei e il figlio piccolo. In breve, però, quell'investimento si è rivelato un flop perché si sono accumulati altri finanziamenti, necessari a pagare asili nido, babysitter e fare fronte a numerose altre spese che servivano ad accudire il bambino nelle ore di assenza per via del lavoro.

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Lo stipendio si sarebbe rivelato insufficiente a fronteggiare le rate mensili e la signora si è arretrata sempre più nei pagamenti. Fagocitata dalle scadenze burocratiche e dai pignoramenti, era arrivata a mettere all'asta la casa, ma il ricavato della vendita dell'immobile non era comunque risultato sufficiente per risolvere i problemi economici. Dopo aver perso la propria abitazione, infatti, la dipendente si era ritrovata gravata da un debito di ben 150mila euro che non era nelle condizioni di poter pagare.

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"Il giudice ha ritenuto la debitrice meritevole di esdebitazione, giudicando gli istituti bancari corresponsabili per la situazione di sovraindebitamento - ha commentato l'avvocato - dovuta anche ai numerosi prestiti personali erogati e alle numerose rinegoziazioni dei contratti che hanno comportato la crescita incontrollata dei costi finanziari".

 




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