Amministrazione di sostegno  -  Redazione P&D  -  26/01/2022

AdS: in mancanza di allarmi, nessuna restrizione di poteri avrebbe senso

Di, ventidue anni, ragazzo sfortunato come pochi: c’è stato un incidente stradale, quella volta, ne è uscito con gravi disabilità fisiche; unica parente al mondo la zia Silvia, commercialista, parente di sua madre.  È stata nominata sua amministratrice di sostegno, in via provvisoria, col compito di provvedere a tutto; prelievi in banca, volturazioni, rapporti con l’agenzia delle entrate, gestione dei fondi.

 

Viene raggiunto un accordo con l’assicuratore, per l’incidente: duecentomila euro sul conto corrente.  Si conferma che Aligi, col passare delle settimane, non ha riportato conseguenze di tipo psichico; è solo fisicamente che accusa mancanze.

 

Passano i mesi, un giorno Aligi - tarda mattinata, bel tempo, acacie in fiore - decide di andare lui in banca a ritirare mille euro.

 

Il cassiere, “Non posso”. 

 

Aligi, “I soldi ci sono, mi appartengono”.

 

Il cassiere apre un cassetto, “Qui c’è scritto che è zia Silvia quella incaricata dei prelievi”.

 

  E Aligi – sapendo di aver ragione - “Lei sì, anch’io però se voglio”.

 




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