-  Redazione P&D  -  18/10/2014

AEGISTA DIVERSIFAMILIA: QUANDO LA NATURA CI EDUCA ALLA DIVERSITÀ - Conchita NICOLAO

Dopo anni di ricerca, è stato pubblicato uno studio sulla rivista "Zoo keys": la aegista diversifamilia e la aeigista subchinensis, ritenute per anni due varianti di una specie uguale, sono invece due specie di lumache diverse.

Con caratteristiche proprie e differenze che solo uno studio filogenetico può confermare, appena identificata, la aegista diversifamilia, è subito divenuta metafora della lentezza del riconoscimento del diritto alla famiglia della comunità omosessuale.

Infatti i ricercatori di Taiwan, confermando che la scelta del nome non è stata casuale, hanno voluto ribadire che "la natura è diversità, e solo noi umani ne facciamo un problema".

Uno spunto su cui riflettere..

Rispondo all"articolo "Adozioni gay: più uguali?" apparso il 17 u.s. a firma Maria Rita Mottola.

Mi chiamo Conchita Nicolao, ho avuto anch"io una famiglia speciale.

I miei genitori, persone semplici ma dai saldi principi morali, hanno insegnato, a me ed ai miei fratelli, la tolleranza, la coerenza, l"onestà (soprattutto con sé stessi).

Ho degli amici, dei colleghi, una rete di conoscenze strutturata ben sul territorio, una vita ricca di soddisfazioni, impegni, tante aspirazioni, sogni,.. una vita piena, per intenderci.

Ho avuto un compagno sensibile, accorto, innamorato.

Eppure..

Eppure la cosa più ovvia che ho potuto fare, proprio in virtù di quella coerenza ed onestà inculcata dai miei genitori, è stata quella di amare una donna e di chiederle di sposarmi.

Ha ragione: la normalità non è così disdicevole.

E" proprio per questo che il matrimonio con la mia compagna è stata la cosa più normale da fare.

Se ne faccia una ragione l"autrice dell"articolo in oggetto:

  • · l"omosessualità non è una malattia: la voce è sparita dal DSM anche nella sua forma residua, quella ego-distonica già nel 1987 (e non nel 2000!);
  • · l"omosessualità è una variante naturale del comportamento umano, proprio come sancito dall"OMS nel 1990 (e non nel 1993!).

Lavoro al Dipartimento salute mentale dell"AUSL di Reggio Emilia, Servizio di diagnosi e cura.

Continuare a (s)parlare degli effetti salvifici (da cosa, poi?) delle psicoterapie orientate a "curare" gli omosessuali, così come delle terapie intercettive o riparative, non solo incentivano i pregiudizi nei confronti degli omosessuali, ma soprattutto screditano la professione medica, delegittimando l"impegno per una visione scientifica dell"omosessualità.

E" proprio vero dottoressa Mottola, non è disdicevole la normalità ma, Le assicuro, neanche la diversità.

I miei più rispettosi saluti




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