-  Redazione P&D  -  27/06/2014

ANCHE LA CROAZIA RICONOSCE LE UNIONI TRA PERSONE DELLO STESSO SESSO

 

 

 È bene ricordare che nel dicembre 2013 i croati hanno votato un referendum sui matrimoni tra persone dello stesso sesso e il 65% dei votanti si è detto contrario. Ma contrario a cosa ? Il referendum, promosso da alcune associazioni cattoliche radicali con il supporto della Chiesa, era volto all"inserimento in Costituzione della definizione di matrimonio come "unione tra uomo e donna". Definizione peraltro già presente nel Codice sulla famiglia che regola il matrimonio in Croazia. Le unioni omosessuali, a seguito dell"esito referendario, non sono quindi vietate – e anzi il governo ha proposto un disegno di legge per riconoscere alle coppie gay gli stessi diritti delle coppie eterosessuali – ma non potranno essere omologate nominalmente all"istituto matrimoniale. 

Ora la Croazia è vicinissima ad entrare nel novero della maggioranza degli Stati europei che hanno adottato una disciplina in materia. Pochi giorni fa infatti il governo guidato da Zoran Milanovic ha adottato l"ultima e definitiva versione della futura legge sulle cd. "civil partnership" tra persone dello stesso sesso, una normativa che parificherà per diritti le coppie di fatto formate da gay e lesbiche a quelle eterosessuali, unite da un matrimonio tradizionale. Unica eccezione, alle prime non sarà permessa l"adozione.

La legge esclude sì l"adozione, ma al contempo non dimentica di regolare lo status dei bambini che vivono in coppie dello stesso sesso, concepiti da uno dei due membri della coppia con una terza persona o attraverso inseminazione artificiale. Nel primo caso, nella coppia «il partner del genitore biologico avrà gli stessi diritti previsti per un genitore adottivo nel matrimonio eterosessuale». Nel secondo, non è invece previsto ad esempio che il bambino «erediti» dalla coppia, ma «per il resto i diritti sono generalmente identici»

Rimane ora solo il passaggio parlamentare, che dovrebbe essere superato fra poche settimane. Cosa prevede la legge, che estenderà di molto gli effetti della norma sulla coabitazione non registrata delle coppie gay, approvata già nel 2003? Vari diritti, ma nulla «di rivoluzionario», solamente principi «inclusivi e non esclusivi» riconosciuti già in «molti Paesi europei», ha specificato martedì il primo ministro socialdemocratico, al momento dell"accoglimento da parte dell"esecutivo della proposta di legge. Proposta che comprende principi come quello dell"«uguaglianza, del mutuo rispetto», doveri come quello «dell"assistenza reciproca». Diritti come quello dell"eredità delle proprietà e dei beni e della reversibilità della pensione del congiunto alla sua morte e anche della condivisione dell"assicurazione e dell"assistenza sanitaria. Legge che stabilisce anche nel dettaglio come celebrare le "life partnership" tra persone dello stesso sesso.

Il "maticar", il responsabile dell"ufficio anagrafe, registrerà le unioni con una «cerimonia solenne», alla presenza di due testimoni e della coppia. Il legame, in caso di problemi, potrà essere sciolto da un giudice, come stabilito dall"articolo 29.

Dopo la Croazia, anche l"Italia entrerà finalmente in Europa dal punto di vista dei diritti civili ?

 

Per approfondimenti sul punto

S. Winkler, Le unioni di fatto nell"Europa centro-orientale: esperienze a confronto, in Famiglia e successioni. Liber amicorum per Dieter Henrich, II, Giappichelli, Torino, 2012, 122 ss.




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