-  Mazzon Riccardo  -  03/08/2012

COME DISTINGUERE L'USUFRUTTO DAL DIRITTO REALE D'USO? - Riccardo MAZZON

L'articolo 1026 del codice civile dispone che le disposizioni relative all'usufrutto

"le cause estintive non sono diverse da quelle previste per l'usufrutto. Uso ed abitazione cessano, quindi, per scadenza del termine, per morte del titolare (o, per la stessa ipotesi, per estinzione della persona giuridica), per prescrizione, per consolidazione, per abusi, ecc." Bigliazzi Geri, Usufrutto, uso e abitazione, in EG, XXXII, Roma, 1994, 11 - cfr. amplius, "Usufrutto, uso e abitazione", Cedam, Padova 2010

si applichino, in quanto compatibili, ai diritti reali d'uso e di abitazione:

"la disposizione in esame è una norma generale di rinvio alle disposizioni sull'usufrutto, che siano compatibili con il regime dell'uso e dell'abitazione. Data la tipicità dell'uso, un problema importante è quello relativo all'interpretazione del negozio costitutivo, onde accertare se oggetto di esso sia stata la costituzione dell'uso o, invece, dell'usufrutto". Pescatore, Albano, Greco, Della proprietà, in Comm. cod. civ., III, Torino, 1968, 271.

La stretta connessione tra il diritto reale di usufrutto e i diritti reali d'uso e di abitazione

"l'usuario, al pari dell'usufruttuario, non può modificare la destinazione economica della cosa di cui può legittimamente godere solo conservandola con la diligenza del buon padre di famiglia e per un tempo non superiore alla propria vita o, trattandosi di persone giuridiche, per non più di trent'anni" Bigliazzi Geri, Usufrutto, uso e abitazione, in Tratt. Cicu, Messineo, XI, 1, Milano, 1979, 301

è confermata dalla giurisprudenza, quando precisa che

"non essendo possibile lo scorporo del diritto di abitazione da quello di usufrutto, è legittimo il pignoramento del diritto di usufrutto su di un immobile anche se l'intenzione dell'usufruttuario era quella di garantirsi esclusivamente il diritto di abitare l'unità immobiliare" Trib. Milano 22.02.2001 Gius, 2002, 2369

o anche

"la predeterminazione del contenuto e della durata del diritto di uso non configura requisito essenziale del contratto avente ad oggetto la costituzione del diritto medesimo, atteso che tali elementi in difetto di previsione delle parti vanno determinati secondo la disciplina dettata dagli artt. 979 e 981 c.c. in materia di usufrutto, applicabili in forza del rinvio disposto dall'art. 1026 c.c." App. Genova Sez. I 13.10.2005 Massima redazionale, 2005

e ancora:

"la norma di cui all'art. 979 c.c., applicabile al diritto reale di uso in virtù del richiamo dell'art. 1026 c.c., prevede una durata massima del diritto commisurata alla vita del beneficiario o, in caso che questo sia una persona giuridica, di trenta anni". App. Roma Sez. IV 12.09.2007 Massima redazionale, 2007

Premesso che

"la differenza dell'uso dall'usufrutto non risiede sulla limitazione quantitativa dell'esercizio di talune facoltà, bensì sulla mancanza delle facoltà relative allo sfruttamento economico, sull'esclusione quindi del diritto a taluni frutti e sulla corrispondente riduzione delle pretese del titolare verso il proprietario ed i terzi", Pugliese, Usufrutto, uso e abitazione, in Tratt. Vassalli, Torino, 1972, 812

non sempre risulta pacifico lo stabilire se le parti abbiano voluto concludere un contratto avente per oggetto il diritto reale d'uso

"l'atto di costituzione di un diritto di uso presuppone la specifica indicazione del bene sul quale il diritto viene costituito: in difetto, il diritto in questione non può ritenersi validamente costituito" Pretura Varese, 22 settembre 1994 Grianti c. Cond. Residence La Preia Gius 1995, 60 (s.m.)

ovvero un contratto riguardante l'usufrutto;

"da un punto di vista generale può dirsi che l'uso e l'abitazione costituiscono forme speciali e più ristrette del diritto d'usufrutto. All'usuario ed all'habitator spettano contro il proprietario e il terzo possessore e i creditori le stesse azioni spettanti all'usufruttuario, salva la differenza della diversa estensione dei diritti"  Palermo A., Palermo G., Usufrutto, Uso, Abitazione, in Giur. sist. Bigiavi, Torino, 1978, 564

la qualificazione, da parte dell'interprete, dovrà avvenire anche

"attraverso il materiale interpretativo estraneo al negozio, non essendo sufficienti le espressioni abitualmente ricorrenti" Quaranta, Preden, Superficie, enfiteusi, usufrutto, uso e abitazione, Roma, 1972, 562.

 

 




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