Deboli, svantaggiati  -  Paolo Cendon  -  05/03/2023

"Dance to my song"

  1. Ho visto non molto tempo fa un film australiano, “Dance me to my song”, di Rolf De Heer. Racconta la storia di una ragazza press’a poco nelle condizioni della mia amica M. (che viveva in una comunità nell’altopiano), però spastica; cioè con molte difficoltà in più, in quanto impossibilitata a parlare, e in grado di comunicare solo attraverso una speciale macchina a tasti. Carrozzina elettrica.

Si chiama Julie la protagonista del film: occhi azzurri, capelli biondo rossi (colore non naturale), pelle chiara. E’ una vera disabile, braccia come grissini, gambe come sedani, tutta storta, 25 chili. Viso sottile. La regia è molto disinibita e la mostra in varie situazione, spesso anche nuda. 

 

  1. Come M., anche questa Julie australiana è stufa di stare in comunità, e a un certo punto riesce ad andare a vivere da sola, in una villetta che le ha procurato il Servizio Handicap. Le assegnano una assistente che si dedica a lei varie ore al giorno, Madeleine.

Il problema è che questa Madeleine, abbastanza giovane, carina, è una vera sfigata: ossessionata dalla ricerca di qualche uomo, ma destinata a cascare sempre su tipacci che la cercano solo per il sesso e la trattano brutalmente. Con Julie è un po’ brusca, spesso distratta, qualche volta aggressiva, talora affettuosa, allegra, ma un momento dopo di nuovo aspra. Insomma una squilibrata, con cui – si vede - Julie non sta tanto bene. Ma ci sarebbero altre assistenti disposte a prendersi cura di lei? Il rischio, se va male, è di dover tornare in comunità. Che fare? Julie è costretta a pazientare.

Per fortuna Julie ha due amiche, grandi e grosse, si direbbero due lesbiche, molto estroverse, strambe, tristi, che le vogliono bene sul serio, la portano fuori ogni tanto, a fare giri in Land Rover, e a bere birra, a ridere, a scherzare. Ma anche loro non potrebbero prendersi cura stabilmente di Julie (Julie un giorno batte “ti amo” a una delle due, ma questa fa capire che sì, anche lei ama Julie, però è troppo disordinata, non se la sentirebbe mai di assisterla ogni giorno …). 

 

  1. Entra in scena a questo punto un uomo, Eddie, alto, biondo, fisico atletico, quarantenne, forse un operaio, faccia malinconica, capelli lisci, occhi azzurri, stretti, dolci e acquosi. Stando con Julie, constatando che è sola, si avvicina pian piano alla ragazza. Nasce qualcosa.

Eddie un giorno la prende in braccio e passeggia su e giù per la stanza con lei. Julie non può parlare, non può fare niente, i movimenti del viso sono quelli che sono, ghigni, sbuffi, linguate, ma si capisce che è felice.

Madeleine si accorge di questo rapporto e si mette in mezzo. Un giorno che Eddie è venute a trovarle, fa in modo di sedurlo. Madeleine ha un bel corpo. Finiscono in vasca da bagno e poi di là a fare sesso.

Julie non può fare niente, resta nell’altra stanza, sola e apparentemente disperata. 

 

  1. Non è finita però.

Si capisce nei giorni successivi che, a Eddie, Madeleine non piace poi tanto.

Un giorno che in casa c’è solo Julie, Eddie la prende di nuovo fra le braccia, passeggiano, ballano. Julie sembra contenta, lo perdona, e con sforzi disperati riesce a tirarsi su un lembo della maglietta bianca, in modo da mostrare a Eddie il seno. Allora Eddie la stringe delicatamente e la porta poi di là, a letto, la spoglia, si spoglia anche lui, l’abbraccia, si indovina che qualcosa succede.

Madeleine entra in casa in questo momento, li scopre nudi, intrecciati, si avventa su di loro, bastona Eddie, che si riveste e scappa, poi comincia a inveire su Julie, le grida di tutto, si vede che è sconfortata, all’ultimo stadio.

Il giorno dopo le due fanno pace. Tutto – incredibile - sembra tornare normale.

 

  1.  Un giorno Madeleine però entra in casa, fa i mestieri, imbocca Julie (sempre malaccortamente, sbrodolandola), e andandosene dice a Julie che quella mattina era arrivata un lettera di Eddie indirizzata a Julie: “Sì, però l’ho buttata via senza neanche aprirla. Tanto – aggiunge - non andava bene né per me, né per te”. E se ne va.

Julie si avventa allora sulla sua tastiera, fa il numero del Servizio, vengono a trovarla, fa capire che vuole liberarsi di Madeleine. Anche se c’è il rischio di dover tornare all’Istituto? Anche. Così il giorno dopo arriva una nuova assistente.

Quella notte Madeleine, che ha conservato una chiave sotto il cespuglio, ripiomba in casa, si avventa su Julie che dorme, le grida “Mi hanno licenziato! Sei stata tu vero? Perché? Cosa ti avevo fatto?”. Corre di là, prende la tastiera, la ficca in braccio a Julie, la sfida a rispondere. E Julie batte: “Beacuse I stole your boyfriend”.

A sentire questo Madeliene si avventa su di lei, la scaraventa per terra, comincia a picchiarla, la prende a calci. Julie soffia, grugnisce, perde sangue dalla bocca, ma non può fare niente se non prenderle.

Per fortuna arrivano in quel momento le due amicone energumene che, con un pugno, fanno volare Madeleine dieci metri fuori della porta di casa e poi sollevano, curano e baciano Julie. 

 

  1. In uno dei giorni successivi si vede Julie in casa con la sua nuova assistente. Si sente suonare il campanello. L’assistente fa per alzarsi, ma Julie si lancia con la carrozzina verso l’uscio, lo apre con un tasto. E’ Eddie, incerto, un sorrido timido, che farfuglia qualcosa del tipo “Volevo vedere come stavi ...”, e comincia a questo punto una specie di ballo di Julie con la sua carrozzina, intorno a Eddie, sul patio, un giro, due giri, tre giri, in piena follia, nessuna ragazza al mondo è felice in quel momento come Julie.

 

 




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