Danni  -  Redazione P&D  -  21/12/2023

Danno psichico, un anno di studi - Paolo Cendon

Ammesso che qualcuno venga dichiarato responsabile per i disagi mentali inflitti ad un altro, quale somma potrà̀ essere pretesa a titolo di risarcimento? Decine, centinaia di milioni, qual è in definitiva il prezzo della follia? Che parametri suggerire al giudice per il calcolo?

Anche qui non è semplice rispondere: ma, al di là dell'infinita varietà̀ dei casi singoli, è già̀ abbastanza riuscire a spiegare — mi sembra — quanto profonde e numerose, in generale, possano essere le ripercussioni quotidiane di una realtà̀ come la perdita del senno. Ancor più̀ serie, per tanti versi, rispetto agli inconvenienti di una menomazione puramente somatica: non è assai peggio, il più̀ delle volte, smarrire la ragione, che non perdere l'uso di un braccio o di una gamba?

Il problema, in sostanza, è dare corpo a certe formule generiche del codice, specificando cosa siano in quest'ipotesi il danno «patrimoniale», il danno «morale», il danno «biologico». Occorre insomma cominciare a leggere, e non più solo cose di diritto: fino a quel momento avevo pensato, e sperato francamente, di evitare di farmi cadere addosso un'intera biblioteca di psichiatria; è chiaro invece come ciò non sia possibile. Ma dove cercare informazioni?

Comincio investigando fra le librerie personali che alcuni medici e studiosi di Trieste — Franco Rotelli, Mario Reali, Giovanna Gallio, Maria Grazia Giannichedda, Vincenzo Pastore — mettono generosamente a mia disposizione, e la ricerca poi continua altrove, nelle biblioteche universitarie, presso le varie raccolte pubbliche, tutto quello che riesco a trovare in città. Confusamente, un po' affannatamente. La psichiatria italiana degli ultimi decenni, specialmente quella legata alla genesi della l. 180, poi quella straniera, le opere classiche, su su fino a Kraepelin, a Esquirol e a Pinel; la sociologia delle malattie mentali, la fenomenologia, la storiografia del manicomio: e via via la psichiatria sociale, l'epidemiologia, la psicanalisi, Palo Alto, la medicina legale, le cento branche e sottodiscipline di cui all'inizio ignoravo perfino l'esistenza.

È quasi un'immersione senza fine: apro, consulto, scorro o divoro, a seconda dei casi, 1.500 fra libri e articoli nel giro di sei mesi, e si può̀ dire che tutti gli ultimi capitoli del libro, specialmente nelle note, fra mille incertezze e correzioni, finiscano per scriversi da soli.

Il danno raccontato nei dettagli: ossia le spese da affrontare per le psicoterapie, le ripercussioni nell'ambito domestico, la diminuzione o la perdita della capacità di lavoro, l'emarginazione professionale determinata dal «marchio della follia», le preclusioni legali, le turbe o il tramonto della creatività̀, le difficoltà di amministrare al meglio il proprio patrimonio. E poi ancora — come voci del danno morale — la solitudine improvvisa e crescente, il distacco forzato da tante cose, la dipendenza rispetto a quasi tutti, l'impossibilità di difendersi da altri mali, la crisi della famiglia, la distruzione dei rapporti d'amore, in molti casi una rinuncia al sesso.

Quando decido di fermarmi, per riordinare i quaderni di appunti, mi accorgo di aver lavorato oltre un anno di seguito; non resta ormai che rifinire dei passaggi e battere a macchina ogni cosa. Passeranno così altri due mesi, poi la consegna delle pagine al Mulino di Bologna, poi la correzione delle bozze. Il libro esce nel settembre del 1984.

 




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film


Articoli correlati