Interessi protetti  -  Redazione P&D  -  01/01/2023

Domande e risposte da primo dell'anno - Giacomo Mason - P.C.

‘’Chiarissimo ed Illustrissimo Professore, buon Capodanno, e che tutto il 2023 sia per Lei all’insegna della salute e del (continuo) successo professionale e personale! Ciò anche nell’interesse di noi deboli, fragili e svantaggiati. Non sapremmo infatti a quale altro illustre studioso e giurista rivolgerci per la compiuta tutela dei nostri sacrosanti diritti...

Con preghiera di gradire i consueti più cordiali e deferenti saluti (saluti ed auguri ovviamente estensibili alla Gentilissima Dottoressa Carol). ……

P.S. Non si stupisca per la stranezza del quesito che ora Le pongo, provengo da una lettura godibilissima a riguardo, ma è una curiosità che da tempo volevo soddisfare. Lei, Professore, come considera l’istituto del negozio giuridico?

Cosa dice a riguardo ai Suoi discenti? Con maggior impegno esplicativo: ha ancora dignità dogmatica detto Istituto o - come osservava un po’ di tempo fa Natalino Irti (e, ben prima di lui, il mio Maestro Francesco Galgano) - ” ormai sopravvive soltanto per una sorta di misticismo dottrinario”, e il suo declino si accompagna a quello della tradizione dogmatica, segnando la fine di un primato storico e ideologico”, con il risultato di “restituire ariosa libertà alla nostra dottrina, traendola da vincoli soffocanti” (Galgano, Trattato di Diritto Civile, vol. II, terza edizione, pag.162)’’.

 

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CENDON  RISPOSTA - Sono spezzato in due parti, metà di me ascolta Irti e Galgano, e lo stesso mio maestro Rodolfo Sacco, metà di me resta affezionato al negozio giuridico, che avevo studiato bene all’università, visto che all’esame di civile portavo le ‘’Successioni’’ di Cicu e appunto il ‘’Negozio giuridico’’ di Giuseppe Stolfi.

MI limito a dire che il negozio giuridico, a parte gli ingombri e le effettive forzature denunciate da tanti, mi è sempre stato comodo insegnando, visto che dedicavo almeno metà delle mie lezioni in università alla parte generale del contratto.

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L’altro giorno sono venuti a trovarmi due miei studenti di qualche tempo fa, Daniela B.  e Fabrizio G., ricordandomi affettuosamente che parecchie lezioni le dedicavo comunque alla responsabilità civile, e mi hanno riferito due esempi fra quelli che mi  inventavo a lezione per spiegare l’istituto.

PRIMO ESEMPIO. ‘’Sono in Piazza Unità d’Italia a passeggiare e qualcuno da lontano (un anti esistenzialista, un nemico dell’amministrazione di sostegno) mi spara. La pallottola mi fischia accanto alla testa senza colpirmi, e distratto e col pensiero altrove come sono sempre non me ne accorgo neanche. Posso chiedere il risarcimento?’’

SECONDO ESEMPIO. ‘’Gestisco un bar in via S.Nicolò, con un certo successo, un bel giorno, anzi brutto per me, arriva Miss Trieste che apre un caffè di fronte al mio e con le sue arti seduttive-imprenditoriali, mi soffia tutta la clientela, posso chiedere il risarcimento?’’

Gli studenti si industriavano a rispondere, molti indovinavano.

‘’No – concludevo infine– nessun risarcimento ex art. 2043 c.c.,  né di qua nè di là,  perché nel primo caso manca il requisito del danno, anche se c’è quello dell’illecito, e nel secondo caso viceversa, c’è il danno che però non è ingiusto’’.

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Tornando al negozio giuridico, risponderò ribadendo che sono diviso in due parti, metà di me pensa che dobbiamo fare quello che ci dicono, metà che facciamo in linea di massima quello che vogliamo.

Ma che giurista sei? Mi obietterà qualcuno.

Sono come rispondo - non proprio del tutto ma un po’ sì  forse –  quel giudice della storiella  che raccontavo pure a lezione,  dicendo comunque sempre  ai ragazzi che esageravo molto …

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‘’Dunque, c’è un giudice con la toga in aula che tiene udienza.

Parla una parte in causa, o l’accusa se preferite, il giudice ascolta a lungo, e alla fine esclama <<Hai ragione>>.

Parla la controparte, o la difesa se volete, il giudice ascolta, e alla fine afferma <<Hai ragione>>.

in aula è presente anche il figlioletto del giudice che a quel punto alza la testa e dice  <<Ma papà come fanno ad avere ragione tutti e due?>>.

E il giudice <<Hai ragione anche tu>>.

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BUON ANNO …

 




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