-  Redazione P&D  -  26/08/2015

DURA LEX SED LEX: IL CASO MARTINA LEVATO E LA TUTELA DEL MINORE: IN REALTA, UNA STORIA COME TANTE - Ida GRIMALDI

DURA LEX SED LEX: IL CASO MARTINA LEVATO E LA TUTELA DEL MINORE: IN REALTA", UNA STORIA COME TANTE.
Sofferta e delicata la decisine della magistratura con riferimento al caso "Martina Levato" o, come dai più definito, il caso della "coppia dell"acido", caso che ha suscitato un"attenzione mediatica quasi senza precedenti. Opinione pubblica e associazioni forensi stigmatizzano quella che è stata definita "la  brutale recisione di un legame profondo": il legame tra madre e figlio. Interviene tempestivamente don Mazzi in difesa di madre e bambino. Si dichiara pronto ad accogliere entrambi nella propria struttura. Colpisce a questo punto la lettera di un"altra madre, pubblicata sui social network dopo essere pervenuta alla redazione della rivista "La Voce del Trentino" e che di seguito riporto
"Egr. Don Mazzi,Chi può decidere il destino? Qualche anno fa avrei risposto Dio. Alessia e Sara sono due bambine, due gemelline che adesso hanno 25 mesi. Avevano appena 13 giorni quando, la loro mamma, si è sentita male all"ospedale (depressione post-partum con sintomi epilettiformi), qualcuno ha deciso il loro destino e si è sostituito a Dio. Quando dopo poche ore la mamma si è rimessa è corsa da loro alla nurse dell'ospedale dove erano nate ma... non c'erano più, sparite.Da lì è cominciata l'assurdità di un potere che ormai tutti conosciamo. La loro mamma si arrampicava sui muri della casa famiglia dove erano, voleva vederle, ma non le è stato mai permesso. Sono state date in affido allora ad una famiglia con 5 figli, da allora non hanno avuto più la loro mamma, qualcuno ha scritto che lei non sapeva fare la mamma. Perché?Quali sono le ragioni che hanno spinto "qualcuno" a decidere che la mamma non aveva la capacità genitoriale? Da loro poche relazioni, le bimbe sono assenti, una guarda sempre una parete, l'altra ancora non parla, quanto amore e attenzioni possono ricevere due bimbe così piccole da una famiglia che le usa solo per business? Come fonte di guadagno? Quanto sarà mancato l'abbraccio e il calore che la sua mamma le ha dato, anche se solo per pochi giorni?Per il tribunale dei minori adesso queste bimbe sono adottabili, possono anche essere date in adozione separatamente perché non si rendono conto di essere sorelle, e certo in una famiglia di estranei con 5 bambini da guardare e magari tenute separate, questo in nome del bene supremo del minore? Mi chiedo, cosa può fare adesso questa mamma, come si combatte un sistema dove già tutto è prestabilito? Unsistema da cui non esci, dove non puoi difenderti, loro fanno perizie, la legge sono loro e hanno deciso il loro destino.Si sta manipolando il destino di 3 persone unite tra loro da qualcosa che va ben oltre il loro potere, le loro perizie, si chiama AMORE. Parola a loro incomprensibile.Caro Don Mazzi questa mamma sono io... Perché' non accoglie anche me e le mie bimbe nella Sua struttura, o siamo persone troppo per bene, non criminali o personaggi mediatici e quindi il suo guadagno sarebbe irrisorio?".
Come dare torto a questa donna? Certo, i due casi sono diversi. Le decisioni che ne seguono sono l"effetto non solo dell"applicazione della legge, ma anche della valutazione "psicologica" che, ahimè, apre un altro scenario: quello delle perizie non sempre "perfette", che portano talvolta il sistema giudiziario ad emettere decisioni opinabili, con grave pregiudizio dei minori, che spesso e con non sufficiente meditazione vengono allontanati dalla famiglia o da uno dei due genitori. Mi riferisco alle errate diagnosi di "pas" o sindrome di alienazione genitoriale, "adattate" ad un caso piuttosto che ad un altro da periti che sposano pregiudizialmente una tesi non di rado strumentalizzata poi da mariti e padri violenti per accusare le madri di manipolazione dei figli al fine di impedire l"indagine sulla violenza domestica. Non sono da passare sotto silenzio neppure i recenti scandali delle "case famiglia" che hanno visto alcuni giudici onorari in conflitto di interessi con sottesi lucri economici, se non addirittura con atti di abuso nei confronti dei minori ivi collocati. E perché tali casi non hanno avuto lo stesso risalto del caso Levato? Perché nessuno si è schierato dalla parte di queste madri? Certo fa specie che si tuteli mediaticamente una madre definita in sentenza con "un grado tale di perversione da destare un profondo senso di ripugnanza per la sua abnormità", che persino potrebbe un giorno perpetrare efferati gesti nei confronti del figlio, mentre nulla si è fatto per tante altre madri, come per quella di cui alla citata lettera, degne, quanto meno, della stessa attenzione. Va ricordato che, durante il processo penale, l"analisi dei contenuti della chat di WhatsApp di Martina Levato ha riscontrato la presenza di "messaggi deliranti oltre il limite della psicosi". Ricordiamo anche che la notte del delitto Marina Levato  getta l'acido muriatico addosso al suo ex che, in fuga, viene inseguito da Alex che impugna un martello. Fortunatamente si trovano lì, a poche centinaia di metri, il padre della vittima e un passante, che immobilizzano l'uomo fino all'arrivo della polizia. Nel frattempo, Martina Levato é riuscita a fuggire. Successivamente, in un appartamento dove si incontravano i due amanti poi condannati, sono stati trovati cinque flaconi di acido muriatico compatibile con quello gettato sulla vittima, oltre ad un bisturi e a cloroformio.Certamente, la valutazione di tutti noi è  limitata alle informazioni della stampa che riporta alcuni passi della sentenza di condanna penale, della perizia psichiatrica, del provvedimento del Pubblico Ministero e di quello del Tribunale dei Minori. Ma si dovrebbe anche usare una meditata riflessione sulle parole dei magistrati che hanno sentenziato di "un"assenza di pensiero e di sentimento rispetto alla vita che si stava formando ed una completa preponderanza di aspetti inerenti alla dimensione aggressiva e rivendicativa" della donna. Nel provvedimento penale i giudici evidenziano che Martina Levato, nel corso della  perizia psichiatrica, ha sostenuto di "aver agito" in questo modo "nei confronti" di Barbini "per purificarsi dai rapporti sessuali intrattenuti con soggetti diversi dal suo partner e poter così diventare una madre e una compagna degna". Proprio da questa confessione motivata emerge, secondo il Tribunale, "come la donna avesse subordinato il progetto procreativo e genitoriale al programma criminoso, sprezzante, non solo delle possibili conseguenze sul piano della propria libertà personale, ma anche di quelle che sarebbero ricadute fin dai primi mesi di vita sul bambino, sulla propria possibilità di prendersi cura di lui". E così, si legge nella sentenza, il figlio non pare "espressione dell"amore di due genitori che vedono" in lui "la realizzazione della propria unione", ma "anzi sembra essersi sviluppato insieme al progetto criminoso". I magistrati hanno poi tenuto conto, oltre che dei gravi fatti commessi, anche di valutazioni "allarmanti" sulle personalità dei due imputati: la "componente sadica" di lui, la "mancanza di empatia" di lei, manifestatasi persino "nel corso della gravidanza come incapacità di immedesimarsi, assumere un atteggiamento tutelante nei confronti del bambino". I Giudici del Riesame, inoltre, hanno negato gli arresti domiciliari a Martina Levato durante la gravidanza, confermando la custodia in carcere, viste le "esigenze cautelari di natura eccezionale", e sottolineando, a proposito delle aggressioni, la "lucida scelta criminale, sorretta da una programmazione tanto accurata quanto professionale, destinata a ripetersi con elevata probabilità".Sicuramente è devastante e straziante per una madre essere separata dal proprio figlio, che ha diritto all"amore, alla salute, alla serenità. E" di grandi sofferenze cha stiamo parlando, ma ciò non ci esime dalla doverosa considerazione per le vittime: due sfigurate dall"acido, un"altra che Martina Levato ha tentato di evirare.Vittima è anche il bambino che va tutelato come persona prima ancora che come figlio. Il bambino va difeso, se necessario, anche da chi l"ha generato, per questo, allo stato, non pare sussistano lacune nella procedura seguita. Il Tribunale penale di Milano ha infatti trasmesso la sentenza alla Procura per i Minorenni, come statuito dal codice di procedura penale in caso di condanna in primo grado, affinché venga effettuato un monitoraggio sulla condizione di incapacità genitoriale. Il Pubblico Ministero minorile ha eseguito l"incarico ricevuto, avanzando la richiesta di affido immediato del minore per poi darlo  in adozione a un'altra famiglia "per evitare ogni contatto con i genitori e con la famiglia d'origine, affinché i giudici fossero liberi di scegliere il futuro che più lo tutela senza essere influenzati da relazioni o da aspettative preesistenti". Questa la motivazione del PM.: "Chiedo che il neonato venga dichiarato in stato di abbandono per totale e irreversibile incapacità e inadeguatezza del padre e della madre a svolgere funzioni genitoriali". Tale decisione del Pubblico Ministero è stata sottoposta poi al vaglio del Giudice del Tribunale dei Minorenni che ha ritenuto di trovarsi di fronte ad una situazione di gravissima inadeguatezza da parte di entrambi i genitori, chiedendo per tale motivo, e come previsto dalla legge, l"apertura di un procedimento di adottabilità. Ipotesi questa che si verifica anche nei casi di genitori con disturbi psichiatrici gravi o che maltrattano i minori.Ricordiamo che il provvedimento del Pubblico Ministero Florillo è provvisorio e urgente. Per suo tramite è stato disposto l"immediato allontanamento del minore dalla madre sul presupposto, avvalorato dagli psicologi coinvolti, che separare subito il neonato dalla madre sia meno traumatico per il bambino e che il percorso nella famiglia adottiva sia così il più indolore possibile. Per questo lo stesso PM ha poi depositato un ricorso presso il Tribunale dei Minori al fine di verificare se esista o meno lo stato d"abbandono. Sono tutti provvedimenti cautelari presi in attesa di un ulteriore processo, che è minuziosamente regolamentato dalla legge, dove tutti, inclusi i nonni,  saranno rappresentati nel rispetto delle regole del contraddittorio e del diritto di difesa. Si è voluto così  evitare l"instaurarsi di un rapporto che rischiava  di essere successivamente  interrotto e si è voluto evitare di alimentare aspettative che sarebbero state poi frustrate. Va ricordato che, secondo la giurisprudenza, la situazione di abbandono, che è presupposto necessario per la dichiarazione dello stato di adottabilità del minore, è ravvisabile per legge e deve essere conclamata quando, a seguito della statuita incapacità genitoriale, la rescissione del legame familiare sia l'unico strumento adatto ad evitare al figlio un più grave pregiudizio e ad assicurargli assistenza e stabilità affettiva (Corte di Cassazione, sez. I Civile, sentenza 3 febbraio – 26 marzo 2015, n. 6131).Per ultimo, si ricorda anche che la sofferenza che si accompagna al caso di specie, come alle varie altre procedure di adozione, non é soltanto per chi e di chi, a vario titolo, deve accettare quanto disposto dai Giudici, ma anche per chi e di chi di quella decisione si deve fare carico, perché decidere è pur sempre un compito arduo e, soprattutto là dove sono coinvolti minori, persino doloroso.




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