Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  15/10/2022

Falso testamento e circonvenzione a Civitanova, i due legali indagati chiedono di patteggiare

Due anni lei, un anno e mezzo lui sono le pene concordate con il pubblico ministero, entrambi beneficeranno della sospensione condizionale. Risarcita la vittima con circa 40.000 euro

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CIVITANOVA – Circonvenzione di incapace su un civitanovese che aveva appena perso la madre e falsificazione di testamento, i due avvocati indagati hanno chiesto di patteggiare la pena. Tramite i propri difensori  hanno concordato con il pubblico ministero titolare del fascicolo due anni per lei (53enne) e un anno e mezzo per lui (70enne), la prima è indagata per falsificazione di testamento e circonvenzione di incapace, il secondo di circonvenzione. Entrambi i legali beneficeranno della sospensione condizionale della pena. Una volta raggiunto l’accordo, il patteggiamento verrà formalizzato nell’udienza del 25 ottobre prossimo dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata. Nel frattempo i legali hanno risarcito la vittima con quasi 40.000 euro.

L’indagine nei loro confronti condotta dalla Guardia di finanza di Macerata e coordinata dal sostituto procuratore era stata denominata “Ultime volontà”.  Secondo gli inquirenti i due avvocati, approfittando della condizione di debolezza di un civitanovese in precarie condizioni fisiche e mentali, lo avrebbero indotto a firmare una procura generale a favore dell’avvocato 70enne. La vittima a ottobre 2020 aveva perso la madre, una ultranovantenne, discendente di una famiglia molto in vista a Civitanova fin dai primi anni del ‘900, da cui avrebbe dovuto ereditare un patrimonio milionario. Avrebbe. Al momento dell’apertura della successione, invece, spuntò fuori un testamento olografo (per gli inquirenti apocrifo, ovvero falso) in cui la defunta avrebbe lasciato la metà dell’ingente patrimonio all’avvocatessa.

All’epoca l’amministratore di sostegno del civitanovese, notando qualcosa di poco chiaro nei movimenti relativi all’ingente patrimonio che avrebbe dovuto ereditare il proprio assistito, segnalò il fatto all’autorità giudiziaria e da lì scattarono le indagini..

A novembre 2021 nei confronti dei due avvocati indagati era stato disposto dal gip di Macerata l’applicazione del braccialetto elettronico con divieto di avvicinamento alla vittima e la sospensione per un anno dalla professione ma solo limitatamente ad alcune tipologie di incarichi, poi a gennaio scorso, a seguito del ricorso del pubblico ministero, i giudici del Tribunale del Riesame di Ancona ordinarono l’interdizione da tutte le attività inerenti alla professione di avvocato per la durata di un anno.

 

 




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