Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  02/06/2022

Federnotai propone il "mandato di protezione" in previsione dell'incapacità della persona

In occasione del proprio Congresso nazionale, tenutosi lo scorso 20 maggio, Federnotai, la Federazione delle associazioni sindacali regionali dei notai italiani, ha presentato una proposta di legge volta ad introdurre nel codice civile il “Mandato di protezione”, uno strumento di carattere privatistico pensato «in previsione di futura incapacità delle persone, un atto di libertà individuale, come nel caso dei testamenti». Questa però non sembra aver tenuto conto delle disposizioni in materia di capacità legale contenute nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Lo scorso 20 maggio si è svolto a Bologna, nell’aula del Convento di San Domenico, il Congresso nazionale della Federnotai, la Federazione delle associazioni sindacali regionali dei notai italiani, dal titolo “Il notariato dell’innovazione”. In occasione dell’evento è stata presentata una proposta di legge volta ad introdurre nel codice civile il “Mandato di protezione”, uno strumento di carattere privatistico pensato «in previsione di futura incapacità delle persone, un atto di libertà individuale, come nel caso dei testamenti», si legge nel comunicato stampa pubblicato nel sito della Federazione. 

L’idea di proporre questo strumento scaturisce dal fatto che «ad oggi l’ordinamento prevede degli strumenti di protezione degli incapaci complessi e farraginosi con procedure davanti al giudice, in Tribunale. Ma i giudici hanno un eccesso di richieste e procedure (migliaia ciascuno) e non riescono a rispondere con i tempi richiesti dalla modernità o a effettuare controlli efficaci».

 

«L’ordinamento non riesce a rispondere alle esigenze di una società moderna che richiede velocità nelle decisioni e alta specializzazione – argomenta Enrico Maria Sironi, Notaio in Gallarate, tra gli estensori della proposta di legge – Il sistema è stato pensato per una concezione dell’amministrazione dei patrimoni con criteri che andavano bene ottanta anni fa, ma che mal si conciliano con le esigenze delle famiglie e della società di oggi. Occorre un nuovo strumento privatistico, che tenga conto dell’interesse del cittadino che intende programmare il futuro, in previsione dell’avanzare dell’età, dove saremo meno lucidi o per il caso di infortuni improvvisi. L’idea di fondo è quella di rispettare la libertà individuale di autodeterminarsi per il futuro, senza ingerenze – prosegue Sironi –. Si intende proporre un sistema che consenta a ciascuno, in vista di un’eventuale futura incapacità, di designare la persona o le persone che si occuperanno di assisterlo, sia per questioni personali sia soprattutto per le questioni patrimoniali, con la possibilità di dare indicazioni vincolanti sulle modalità di gestione del proprio patrimonio. Sarà possibile nominare un guardiano, con il compito di controllare la gestione e il rispetto dei vincoli dati. Si tratta dunque di una proposta che potremmo definire “di libertà” ma anche di efficienza, dal momento che gli strumenti che oggi conosciamo ed abbiamo a disposizione, purtroppo, per i tempi della giustizia, non sono soddisfacenti».

 




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