-  Cendon Paolo  -  12/04/2012

FIGLI MISCONOSCIUTI DAI PADRI, SENTENZE EVASIVE IN CASSAZIONE – Paolo CENDON

Altri redattori di Persona e danno commenteranno, nei dettagli, la recente sentenza di Cassazione n. 5652/2012,  sul risarcimento che un padre assente e neghittoso (un po" come nella famosa Cass. 7713 del 2000) deve corrispondere al figlio abbandonato, misconosciuto e infelice - per il corso della (brutta) vita precedente.

 Mi limiterei qui a una sola osservazione.

 Il ristoro del danno non patrimoniale, subito dal figlio, non viene negato dalla S.C., in questa decisione del 2012.

 Siamo dinanzi tuttavia a un"ennesima prova della misura in cui la "cultura" dell"evasività, della reticenza e della rimozione in punto di danni alla persona, inaugurata dalle sentenze di S. Martino del 2008, abbia aumentato presso la nostra giurisprudenza il tasso di sbrigatività, di lacunosità, di misteriosità, di vaghezza, di distrazione, di approssimazione, per quanto concerne i profili tecnici del quantum respondeatur - in particolare per quanto riguarda il riscontro di ciò che si deve o non si deve risarcire, hic et nunc, in casi del genere.

 Il lettore comincia a scorrere l"accennata pronuncia, prosegue pagina dopo pagina, e   giunto alla fine ha la stessa impressione che si prova allo stadio,  assistendo alla corsa di quegli atleti del mezzo fondo, i quali danno tutto di sé nella prima parte  e, giunti alla volata conclusiva, proprio quando occorrerebbe chiudere in gloria, appaiono sfiancati, non riescono più a respirare, si perdono nel gruppo degli ultimi.

 Certamente anche i problemi processuali contano, in una sentenza, senza dubbio il momento dei diritti calpestati ha la sua importanza, nel settore dei torti, tanti altri sono gli snodi che rilevano, di cui va dato  conto formalmente.

 Ma in materia di responsabilità civile - ecco il punto - uno degli aspetti cruciali (non l"unico magari, ma sicuramente un segmento chiave, soprattutto sul terreno dell"art.  2059 c.c.) appare proprio quello della disamina  circa i  guasti, i riflessi, i mali che il plaintiff ha potuto soffrire

 Che cosa, quali pregiudizi, quando, dove, con che sfumature, come, perché - insomma  quanto dovrà entrare  effettivamente nella somma concessa.

 Se è vero che il punto luce in materia è il canone del risarcimento integrale (ni moins ni plus dicono i francesi), occorrerà pur capire e spiegare - da qualche parte - quali siano state le ripercussioni specifiche dell"illecito, quali i contraccolpi da neutralizzare "integralmente".

 

 

 Invece è qui che casca spesso l"asino - l"atleta, il ciclista, il giudice.

 E anche stavolta va sostanzialmente così con la S.C.: nulla o ben poco ci viene detto al riguardo, all'interno della sentenza in esame (parrebbe quasi un giudizio petitorio, tutto imperniato sulle questioni dell'antigiuridicità).

 Magari non spettava agli ermellini farlo minuziosamente nei dettagli, forse era questo il compito dei giudici di merito, dovevano pensarci altri. Qualche riga sarebbe stata comunque gradita dal S.C. – facciamo 10 righe, un duecentesimo della pronuncia, troppo?

 Strana e un po'  incoerente un"autorità che da un lato predica  a chiare lettere il no all""eventismo", in tema di danno non patrimoniale, dall"altro si comporta al contrario e chiude il discorso proprio quando dovrebbe parlarci delle "conseguenze".

 "Ditemi solo – sembra dirci la S.C. - quali siano le prerogative costituzionali violate, a quel punto il vostro dovere l"avete fatto, tutto il resto verrà da sé, ci penserò io. E così sia anche stavolta: danneggiato che chiedi giustizia, eccoti qua 40.000 o 10.000 oppure 300.000 euro, non domandatemi tuttavia perché ho stabilito questa cifra, perchè un numero invece che un altro, non dico niente, non sono tenuta, è una cosa in re ipsa, sovranità equitativa, non saprei neanche come cominciare, ho smarrito il prontuario linguistico …".

 Così il lettore finisce per comprendere assai poco sull"essenziale, anche in questa vicenda: che cosa accada (antropologicamente, fenomenologicamente, relazionalmente)   a un figlio destinato a vivere, giorno per giorno, senza un padre al suo fianco - quali ombre si produrranno cioè sul terreno della condivisione, dell"affetto, dell"appoggio scolastico, dei compiti a casa, dei viaggi, della crescita musicale, della partecipazione, dei compleanni, degli stimoli a entrare nel mondo dell"arte, dell"istruzione sessuale, dei tiri in porta prima di cena, delle vecchie foto di famiglia, del conforto, delle festicciole di compleanno, del Natale, delle rassicurazioni notturne, dell"interpretazione dei sogni, dell"allegria, della visite ai gradi magazzini, dei film visti nell"ultima fila, delle passeggiate nei boschi.




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