(da ‘’Rifiorire’’, Corsiero, 2021)
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“Peccato che il crimine, parlando come spettatori, non venga incoraggiato dal diritto”.
In concreto l’esito sarà raramente fortunato. C’è ogni volta un momento, a metà della vicenda, in cui i calici si levano alti; colpo riuscito, trionfano gli animi, la spartizione sta per cominciare. Un attimo dopo l’incantesimo è già rotto: e uno per uno i membri della banda iniziano a morire, vengono arrestati.
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“Così in Giungla d’Asfalto”.
Il furto eseguito da Dick alla gioielleria Bellettier’s, sotto la regia del dottor Riedenschneider, grazie all’opera dello scassinatore Luigi, con la guida di un autista come Giulio, va in porto quasi perfettamente; dietro ci sono i soldi del biscazziere Colby, lo schermo del losco avvocato Emmerich, per un attimo sono tutti al culmine della felicità, ma l’inizio della fine è prossimo; in poche ore Luigi muore per la ferita, Colby confessa per paura, Giulio il gobbo viene arrestato, la nipotina-amorosa vede svanire i suoi sogni, Emmerich si spara, Riedenschneider si fa beccare perché gli piacciono le ragazzine che ballano; e anche Dick crollerà sul prato dove giocava da piccolo, circondato dai puledri che sognava.
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“Così in Rapina a mano armata”.
Il colpo al galoppatoio riesce alla grande, due milioni di dollari nel sacco che Johnny, il finto pagliaccio, butta giù dalla finestra dell’ufficio, accanto alla macchina di Randy, il poliziotto corrotto: dopo che la rissa al caffè, inscenata dal wrestler amico, sotto gli occhi del barista Joe, e dopo che l’uccisione del cavallo, da parte di Nikki, hanno creato i diversivi necessari, sicché nessuno ha badato a George il cassiere, il quale ha potuto così aprire a Johnny l’uscio verso la scala; ma la slealtà di Sherry, la moglie adultera, aprirà il via alla strage finale, con la valigia difettosa che all’aeroporto si spalanca sull’asfalto, beffarda, e migliaia di biglietti di banca a disperdersi nel vento delle eliche