Cultura, società  -  Redazione P&D  -  27/06/2022

Genovese piange in aula durante il processo: "Voglio una vita normale"

L’ex imprenditore interrogato si è difeso dall’accusa di aver violentato due modelle di 18 e 23 anni: “Ero annientato dalla droga”

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IL PENTIMENTO SINCERO, PROFONDO E DISINTERESSATO ESISTE DAVVERO A QUESTO MONDO SECONDO VOI?

La droga è una (troppo) comoda giustificazione oppure una vera scusante che merita ascolto e comprensione? Al diritto dovrebbe importare di più delle vittime?  Le vittime sono a loro volte delle furbastre che per metà fanno la commedia?

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Abbracciato alla sorella, esce con gli occhi lucidi dall’aula al settimo piano del palazzo di giustizia. Oggi è stato il giorno dell’interrogatorio dell’ex imprenditore delle start up Alberto Genovese davanti al giudice Chiara Valori. Nel corso del processo in abbreviato e a porte chiuse, il 45enne ha ripercorso la sua storia, la caduta nella droga che “annienta e stordisce”, la ricerca di donne giovani con cui trovare il piacere estremo. Non ha ammesso di aver violentato le due modelle di 18 e 23 anni, a Terrazza sentimento, il suo superattico con vista sul Duomo di Milano, e a Ibiza. Avrebbe percepito un grande dispiacere solo dopo, “a posteriori”, vedendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Per lui si sarebbe sempre trattato di ragazze consenzienti, di cui non avrebbe mai compreso il dissenso.

«Voglio vivere una vita normale, recuperare gli affetti, aiutare chi ne ha bisogno e cercare sentimenti veri» avrebbe aggiunto, dicendosi pentito, alla fine del lungo interrogatorio andato avanti per cinque ore. Nel corso del quale ha ringraziato per il percorso di disintossicazione che gli è stato concesso di fare in clinica.

Dei presunti disturbi che avrebbero portato Genovese anche all’abuso della droga, ha parlato in aula pure la psichiatra, consulente di parte, sentita a lungo prima di Genovese.

Dopo di lui, per trentacinque minuti, ha reso dichiarazioni spontanee la ex fidanzata, Sarah Borruso, che i pm Letizia Mannella, Paolo Filippini e Rosaria Stagnaro, accusano di aver preso parte alla seconda presunta violenza sessuale, quella sulla ventitreenne a Ibiza, durante una vacanza interamente offerta da Genovese a tutti i suoi ospiti. La giovane, molto provata, ha raccontato tutta la sua relazione col 45enne, una storia caratterizzata dall’uso della droga in cui lei sarebbe stata sempre molto succube di lui. Ha negato di aver preso concretamente parte alla presunta violenza della ventitreenne a Ibiza (come dichiarato dallo stesso Genovese) o a eventuali rapporti con altre ragazze. La sua presenza nella stanza, voluta da Genovese, sarebbe sempre stata motivata da ciò che provava per l’ex e dall’abuso di cocaina e ketamina, da cui anche lei si sta disintossicando.

Il 7 luglio la parola passa all’accusa. La sentenza è attesa a settembre

 




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