-  Mottola Maria Rita  -  15/11/2014

GERMANIA: GENITORI PREOCCUPATI E GENDER – Maria Rita MOTTOLA

Negli ultimi tempi in Germania si è costituita una associazione di genitori la Besorgte Eltern, genitori preoccupati, attiva in quattro Land quelli meridionali. Come si sa in Germania la situazione è ribaltata e gli stati meridionali sono quelli economicamente più fiorenti. Di cosa sono preoccupati i genitori tedeschi? Dell"aggressione sistematica alla libertà di educazione e alla violenza psicologia esercitata sui loro piccoli da parte del sistema scolastico pubblico. In Germania, come da noi, la scuola è obbligatoria e i genitori che non mandano i figli a scuola sono puniti con una multa, ma se la multa non viene pagata il procuratore può applicare la pena detentiva. Già alcuni genitori hanno scontato il carcere per questo motivo. Meglio, perché si sono rifiutati di pagare una multa che ritenevano assurda in quanto applicata perché i loro figli erano usciti dalla classe durante una lezione di educazione sessuale.

Ma nella città di Borken, per esempio, in una classe alcuni allievi hanno avuto malori durante la lezione e il caso ha fatto scalpore. Ma che mai succede in quelle aule? Semplicemente a bambini di sei anni si spiega per bene cosa sia il sesso e come funziona l"apparato sessuale maschile e femminile, si spiega per bene e con dovizia di particolati come si pratichi il sesso orale, il sesso anale e via di questo passo. Infine si spiega loro che non nascono, come è stato loro detto erroneamente dai loro arretrati genitori (per giunta cattolici o comunque luterani), maschi o femmine ma tale insignificante particolare sarà da loro determinato con una scelta attenta e consapevole. Chissà perché poi questi bambini si sono sentiti male, chissà perché altri sono usciti dalle aule, chissà perché dopo la prima lezione non hanno voluto partecipare alla seconda. Certamente perché i genitori li hanno condizionati ed educati secondo una mentalità omofoba.

E cosa succede in Italia? In Sardegna per esempio una associazione di genitori è riuscita a bloccare l"attuazione di un progetto della citta di Cagliari che prevedeva l"attuazione di lezioni per bambini dagli otto ai dieci anni. Ma bloccato in una scuola è stato attuato in un"altra. Lo scopo del progetto dichiarato nasceva dalla necessità di trasmettere una moltitudine di modelli ai bambini e alle bambine con il fine di far riflettere i bambini sulle connotazioni dell"essere maschio e femmina rispetto alla propria appartenenza di genere. Ora mi chiedo e chiedo agli amministratori pubblici e educatori se per evitare una ipotetica omofobia dobbiamo scandalizzare i nostri fanciulli. Dico ipotetica perché sono le statistiche a parlare: a fronte di 83 casi di denuncia, non accertati o in corso di accertamento, di violenza omofoba si può parlare di un"emergenza epocale tale per cui occorra veramente far mettere il rossetto ai maschietti e poi chiedere loro come ti senti, ecco probabilmente …?

Per parlare in concreto la Commissione Giustizia del Senato ha potuto esaminare i dati forniti dall"Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD), istituito presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell"Interno. Tale studio esamina tutte le posizioni discriminatoria qualsiasi sia la loro origine nell"arco di tre anni dal settembre 2010al settembre 2013. Si può così verificare che all"osservatorio sono pervenute in totale 611 segnalazioni di presunti reati (odio razziale, religione, orientamento sessuale e identità di genere, disabilità, lingua, età). Solo 253 si potevano ascrivere quali reati e solo il 27% causati dall"orientamento sessuale. Certo tali casi sono deprecabili ma non possono certamente considerarsi una emergenza che imponga una rieducazione a partire dalle scuole.

A confermare l"assoluta serietà delle iniziative e soprattutto la volontà di affrontare il tema sessualità in modo per così dire neutro da parte del Governo Monti (decreto consiglio dei ministri del 20 dicembre 2012) le associazioni che attueranno le iniziative del ministro delle pari opportunità sono le seguenti: Comitato provinciale Arcigay "Chimera Arcobaleno" Arezzo, Ireos Centro Servizi Autogestito Comunità Queer, Arcigay, Comitato Provinciale Arcigay "Ottavio Mai" Torino, A.Ge.Do, Parks – Liberi e Uguali, Equality Italia, Ala Milano Onlus, Arci Gay Lesbica Omphalos, Polis Aperta, Dì Gay Project, Circolo Culturale Omosessuale Mario Mieli, Gay Center, Gay Help Line, Famiglie Arcobaleno, Arcilesbica Associazione Nazionale, Rete Genitori Rainbow, Shake Lagbte, Circolo Culturale Maurice, Associazione Icaro Onlus, Circolo Pinkus, Cgil Nuovi Diritti, Mit Movimento Identità Transessuale, Associazione Radicale Certi Diritti, Avvocatura per i Diritti Lgbt Rete Lenford, Gay.net, I Ken, Consultorio Transgenere, Libellula, Gay Lib. Ovviamente tali associazioni garantiranno una pluralità di voci e consentiranno ai bimbi (di otto, nove e dieci anni già maturi e formati) di farsi un"opinione libera e consapevole.

Tali iniziative hanno troppo l"odore della rieducazione avvenuta nella Repubblica Popolare Cinese ove per anni coloro che non volevano aderire spontaneamente all"ideologia maoista furono costretti a subire violenze, fisiche e psichiche, nei villaggi, nelle fabbriche e nelle scuole, per uniformare il pensiero e la condotta.

Non mi pare che l"attuale governo abbia modificato le linee guida di rieducazione degli insegnati e dei giovanissimi allievi, lasciando piuttosto che il tutto avvenga per inerzia, senza intervenire. Nella totale indifferenza generale.

Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare (MT 18, 6) A dirlo è un Uomo in un periodo in cui i bambini non avevano alcun valore, ed è di sconvolgente attualità ora che i bimbi si comprano e si vendono come merce in nome della libertà.




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