Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  05/03/2023

I disturbi psichici - Paolo Cendon

“Non è una grande obiezione –  spiego agli studenti - quella che sollevano talora alcuni psichiatri, quando sottopongo loro la questione di una possibile responsabilità.” L’indicazione della ‘multifattorialità’ come tratto cui obbedirebbe, cioè, ogni discorso sulla nascita della malattia mentale.

“E’ vero che è così, - rimarco sempre, - ma dobbiamo dire anche che  il diritto non è così esigente: non pretende  che il fattore causale in discussione  sia l’unico ad aver determinato l’evento dannoso”. È sufficiente che, sia pur in mezzo agli altri, prima o dopo non importa, esso abbia concorso in misura significativa a produrlo.

Insisto  piuttosto in aula   (magari ricordando come il diritto anglo-americano conosca un apposito tort di  ’’infliction of mental distress’’) sull’opportunità  di assumere in sede legale un’ampia, indifferenziata, nozione di ‘disturbo psichico’.  Inutile insomma cimentarsi  nell’impresa di precisare ogni volta, con esattezza, il tipo di percussione patita dalla vittima: se sia nell’area delle schizofrenie, delle depressioni,  delle paranoie, delle maniacalità, delle ciclotimie, e via dicendo:  “Basterà ai nostri fini il dato, orientativo, della rottura o dell’alterarsi di un codice interpretativo, dell’essere la vittima non più in grado di indirizzarsi correttamente, non più in grado di dirigere le sue azioni secondo un canone di normalità”.   “E’ quanto basta e avanza per cominciare’’.

 




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