-  Santuari Alceste  -  14/12/2013

I PARTITI: ASSOCIAZIONI FIGLI DI UN DIO MAGGIORE – Alceste SANTUARI

Il premier Letta ha annunciato che i partiti si dovranno sostenere (seppure in modo differito nel tempo) con le erogazioni liberali provenienti dai cittadini, attraverso il meccanismo del 2 per mille, modalità già conosciuta dal mondo non profit (c.d. 5 per mille). Peccato che per i partiti una detrazione pari per esempio a 70 mila euro valga una detrazione fiscale trentaquattro (34!) volte maggiore di quella riconosciuta per la medesima somma destinata ad una ONLUS (cfr. Editoriale del Corsera di sabato 14 dicembre 2013, a firma di S. Rizzo e G.A. Stella dal titolo "Il coraggio della dieta").

 

Eppure i partiti, insieme alle associazioni godono di una medesima copertura costituzionale: garanzia che i padri costituenti hanno inteso riservare proprio alle aggregazioni di persone che intendono perseguire uno scopo comune agli associati che le compongono. Partiti e associazioni, nel disegno costituzionale del 1948, dovevano infatti costituire e rappresentare gli architrave su cui ricostruire lo Stato e la società italiani usciti dal secondo conflitto mondiale e dal ventennio del regime fascista. Perché dunque un trattamento così diverso per organizzazioni non lucrative identiche nella loro genesi?

 

Nel caso dei partiti, la politica ha "battuto un colpo": lo batta ancora, è l"auspicio e lo batta forte a favore di realtà che, non solo nei casi di catastrofi, terremoti, emergenze umanitarie, sono tutti i giorni impegnate nella costruzione del welfare sociale, assistenziale, sociosanitario ed educativo.

 

Certo il meccanismo del 5 per mille - si può sostenere - rappresenta soltanto una delle modalità di sostegno delle associazioni non lucrative. Ed è vero: infatti, più che le detrazioni fiscali, il mondo non profit si alimenta con l"agire di molti volontari, con i fondi europei, con i contributi pubblici e quelli derivanti dalle fondazioni di origine bancaria, nonché grazie – soprattutto nel corso degli ultimi anni – a progetti innovativi condivisi con il mondo for profit. Ma anche le erogazioni liberali possono invero rappresentare una misura di effettiva partecipazione al bene comune.

 

Perché dunque non spingere sull"acceleratore del coraggio (per riprendere il titolo dell"editoriale di cui sopra) e, finalmente, concepire un paradigma culturale che valorizzi (seriamente e non soltanto negli enunciati e proclami teorici) e supporti l"azione e gli interventi delle organizzazioni non profit in Italia? Imprese sociali, cooperative sociali, associazioni e fondazioni – espressioni tutte di quei corpi intermedi di cui all"art. 2 Cost. – chiedono a gran voce, ormai da decenni, di essere soltanto messe nelle condizioni di operare in serenità. In questo senso, allora, semplificazioni burocratiche (pensiamo a quanto si può fare in questo senso attraverso gli strumenti informatici), progetti di partnerships che mettano al centro la capacità progettuale delle realtà non lucrative, in uno con il riconoscimento della capacità delle organizzazioni in parola di costruire coesione sociale dovrebbero costituire l"approccio normale che la P.A. dovrebbe avere nei confronti dei corpi intermedi.

 

E" anche attraverso questo approccio che si rafforzano i legami sociali, si incrementa il senso di solidarietà sociale e civile e, in ultima analisi, si può invertire il senso di disamore e di disaffezione dei cittadini nei confronti della politica.




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