Cultura, società  -  Redazione P&D  -  27/01/2023

Il campo di Fossoli e il falso mito degli italiani brava gente

Campo di concentramento di Fossoli;

La collaborazione dei nostri militari con le SS è ormai accertata. Da qui Primo Levi partì per Auschwitz

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FOSSOLI - Di questi tempi, conviene farsi un giro al campo di concentramento di Fossoli. Un posto ora quieto, nelle nebbie della bassa modenese. È stato un luogo di dolore disperato, addii, e non ritorni. Migliaia di deportati per lo più italiani, 6mila tra ebrei e politici, sono passati da qui per andare a morire nei lager tedeschi e polacchi. Uno dei sopravvissuti, che era Primo Levi, ricordò che il giorno della partenza per Auschwitz, alla stazione di Carpi disse a un milite italiano (un emiliano, uno forse persino spaventato da quello che vedeva e faceva) "faccia il ladro, è molto più onesto". Intorno, botte da orbi a chi tardava a salire sul treno. "Si ricordi che lei ne è complice", poi anche lui entrò nel vagone. Abbiamo dimenticato questi fatti. Molti ricordano il regime di Mussolini come giammai ostile verso gli ebrei, minimizzando le leggi razziali del 1938, omettendo i provvedimenti della Repubblica sociale che diedero il via alla caccia all'ebreo. 




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