ELOGIA LAMPEDUSA: “UN ESEMPIO PER TUTTI”
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La commissaria per diritti umani fa il punto dopo la sua visita sull’isola. E sulla condizioni di vita delle donne nel nostro Paese dice: «Esiste un vero scarto tra quanto scritto nelle leggi e la realtà sul terreno»
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Italia e migranti, tutto da rivedere. Tra politiche in vigore, scelte e approccio culturale «è tempo di un netto cambiamento» a livello di sistema Paese. Dal Consiglio d’Europa arriva una dura bocciatura su come si gestisce il flusso di migranti e richiedenti asilo. L’organizzazione internazionale di Strasburgo istituito allo scopo di promuovere democrazia e diritti umani, non ha dubbi: quando si parla di extracomunitari in arrivo nello Stivale l’Italia tradisce la prima e calpesta i secondi.
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E’ la commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, a colpire duro, al termine della visita condotta in Italia. Il resoconto è di censura, a partire dal governo in carica. Alla coalizione FdI-Lega-Fi che vorrebbe meno sbarchi e più rientri, il messaggio politico è chiaro. «L'Italia deve smettere di mettere in pericolo la vita e la sicurezza di rifugiati, richiedenti asilo e migranti facilitando la loro intercettazione e il loro ritorno in Libia, dove subiscono diffuse e gravi violazioni dei diritti umani». Ma non c’è solo la Libia. Si contesta anche il modo in cui si vorrebbero gestire i flussi con Tunisi. «Qualsiasi attività di cooperazione con paesi terzi, inclusa la Tunisia, deve essere subordinata a salvaguardie complete ed efficaci dei diritti umani. In assenza di tali tutele, queste attività portano solo a maggiori sofferenze umane».
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Va cambiato orientamento, ma non solo. Vanno riviste le normative in vigore, e volute dal centro-destra. «È fondamentale che le Organizzazioni non governative possano continuare a svolgere il loro lavoro salvavita». E’ questa la bocciatura alla linea dure di Matteo Salvini sui porti chiusi, contro Open Arms e SeaWatch. «La criminalizzazione delle loro attività va contro gli obblighi dell'Italia ai sensi del diritto internazionale». Italia contraria allo spirito del Consiglio d’Europa e fuori legge, dunque.
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Non c’è garanzia di rispetto dei diritti umani, e neppure di dignità. Una conclusione a cui la commissaria Mijatovic giunge dopo i sopralluoghi a Lampedusa. Prende atto degli sforzi e dei progressi, così come delle tante, troppe carenze. «È necessaria una pianificazione a lungo termine a livello nazionale per garantire la sostenibilità dell'accoglienza di rifugiati, richiedenti asilo e migranti in condizioni dignitose in tutta Italia». Strutture e centri di accoglienza così come sono non vanno, bisogna renderli più sostenibili.
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C’è poi la questione femminile. Perché «migranti» vuol dire anche donne, e per loro l’Italia fa molto poco. La commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa rileva «con profonda preoccupazione» la carenza «grave» di strutture di accoglienza per le donne vittime di violenza di genere e la scarsezza di fondi stanziati per sostenere i fornitori di servizi. Avvertimento all’Italia: «Sono necessari finanziamenti sufficienti e affidabili per garantire la disponibilità, la continuità e l'adeguatezza dei servizi di supporto su tutto il territorio». Serve inoltre un cambio di rotta sostanziale, perché dopo incontri e raccolta di testimonianze presso la Casa Internazionale delle Donne e rappresentanti della società civile, emerge «l'evidente frattura tra le garanzie legali e la realtà della violenza di genere e delle diffuse disuguaglianze subite da donne e ragazze».
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Poco rispetto per le donne, nessun rispetto per i migranti, politiche che negano diritti, criminalizzazione di chi salva vite in mare, capacità di accoglienza insufficiente. Di fronte al fenomeno migratorio l’Italia è solo da censurare, e dal Consiglio d’Europa arriva implacabile la condanna. Che per adesso è preliminare nella portata, ma che nei prossimi giorni sarà ancor più serrata, dato che viene anticipata la pubblicazione di una relazione dettagliata. Le anticipazioni non sono delle migliori. A cui si allega una nota su un altro argomento.
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Di fronte alla procura di Padova che ha impugnato gli atti di nascita di 33 figli di coppie omo-genitoriali e il rischio e per le madri non biologiche di perdere i diritti, Mijatovic ricorda che «in tutte le misure riguardanti i minori l'interesse superiore del minore deve essere una considerazione di primaria importanza».