-  Cendon Paolo  -  24/12/2011

IL 'FARE DELLE PERSONE' E I DOVERI DEL'INTERPRETE – Paolo CENDON

1. Circolarità, contesti

Difficile prevedere in che termini l"universo del facere verrà evolvendosi, nell"agenda prossima del diritto. Balza agli occhi come si tratti di un percorso spigoloso, soprattutto ai livelli più alti.
Necessità del senso comune, in aree dove a prosperare sono spesso declamazioni, proclami (il legislatore che vuol "salvarsi l"anima"). L"effettività come momento chiave, in tempi che vedono diffondersi però attacchi e sofferenze per il welfare.
Primato dell"homo faber, in settori dominati frequentemente da sordità e autismi ricostruttivi. Inciampi sociali/metropolitani a ogni passo, però anche spinte a moltiplicare diagnosi, pillole, consulti, lastre, ricette e posti letto.


2. Linee di forza


Linee di forza non mancano comunque.
Il motivo della ricomposizione, dell"unità floreale/morfologica - così radicato in chiunque: nessuno è disposto a concepire se stesso quale mera addizione di compartimenti stagni, non comunicanti fra di loro.
Quello della secolarità e della cittadinanza: di ogni sintesi su ciò che è l"essere umano, quel che "si fa" o "non si fa" marca sempre - rinascimentalmente - un punto chiave. Quello della circolarità: c"è un soffio disciplinare che nasce dai diversi settori, per alimentare il punto di confluenza, e ce n"è un altro che muove dal centro, per rinsanguare i comparti singoli.
Il valore del contesto ancora, la consapevolezza che ogni facere (collezionare cimeli e glorie di famiglia, poniamo) è destinato a variare, nella scala dell"interessato, secondo che:
- lo sfondo sia offerto da questo o quell"istituto: famiglia, contratti, successioni, brevetti, indebito;
- si versi nell"orbita di una certa prerogativa piuttosto che di un"altra: proprietà, onore, immagine, autodeterminazione, riservatezza;
- ci si muova nell"ambito di questa o quella legge speciale: 180, affido condiviso, volontariato, amministrazione di sostegno, permessi di lavoro.


3. Prospettive

Il bene accanto al male poi.
Fondi per l"assistenza meno floridi, nei pubblici bilanci, ma possibilità di far leva (sempre più) sul volontariato, sul non profit. Giudici alcuni proni, genuflessi nell"intimo, tanti restii invece agli allettamenti dei potentati, delle compagnie assicuratrici.
Operatori sociali sfibrati, ma anche care giver caldi, laboriosi. Interdisciplinarità in crescita, ciò che renderà frutti preziosi alla giustizia; leggi cattive, come alcuni progetti sul testamento biologico, ma pure testi confortanti, come quelli sull"handicap o sulle cure palliative.
La parte e il tutto, dentro come fuori la persona. L"attitudine del facere a non offrire lieviti identici, al plaintiff, secondo che lo si guardi come l"unico coltivabile, o lo si riporti invece alla sua cornice biografica: mutando lo scenario varierà alquanto, nell"esperienza della vittima, il peso del fattore da liquidare - ciò che valeva 5, fintantoché preso isolatamente, potrà scendere a 4 o salire a 6, una volta considerato accanto al resto.


4. Chiasmi

La patologia come momento rivelatore.
Il fatto che, di ciascuna prerogativa, poco si può raccontare fintantoché se ne parli separatamente dai (riscontri dei) momenti dannosi che una sua violazione minaccia: essendo non meno eloquente, per l"interprete, il cammino che dal piano degli inconvenienti risale alla fisiologia del diritto - "dimmi cos"hai sofferto, ti dirò il tuo stemma" - rispetto al tragitto in senso opposto.
Le cose che nascono dalle cose (forma e sostanza) lungo ambedue le scansioni:
(a) l"esercizio di un diritto che apre la strada, nell"interessato, a determinati svolgimenti quotidiani, anche di tipo areddituale;
(b) l"avvio di qualche filamento operativo come passo che indurrà, man mano, all"affermarsi di altri lemmi istituzionali - con la necessità di capire, dai segnali che si infittiscono, se e quando una voce nuova è nata.


5. Urgenze, secolarizzazioni

Il dinamismo, le urgenze di ordine pratico ancora - tanto più vive nel territorio della fragilità.
La circostanza che le economie delle fasce deboli di rado vanno oltre qualche vecchio tappeto, una pensione di reversibilità, i rimasugli di una raccolta di monete, un"automobile da rottamare. La necessità - ancor maggiore che per i soggetti forti - di impedire a quel terrazzino di crollare, ai tarli di consumare i mobili, al boschetto di finire incendiato, ai quadri di scrostarsi o di ammuffire (come pagare altrimenti la dentiera, la vacanza, l"infermiera?)
Il de-medicalizzarsi di tanti obblighi, sul terreno della famiglia poniamo - ad es. il dovere di assistenza coniugale ex art. 143 c.c.: in passato non ci si soffermava che sugli aspetti sanitari, o poco più, da un certo momento in poi altri snodi sono venuti affacciandosi: impossibile dubitare oggi che assistere il consorte significhi anche aiutarlo negli studi, incoraggiarlo a coltivare i rapporti con la famiglia d"origine, spronarlo a dar vita al proprio genio, facilitarlo nei tramiti di ordine associativo.


6. Beni, denaro

I risvolti esistenziali dei beni, grandi e piccoli, le sfumature non solo economico/materiali che un godimento può nascondere.
L"attenzione per il modo in cui ognuno si comporta, ad es., nella cucina o nel salotto di casa sua, di città o di montagna, di giorno oppure di sera. Il riguardo per l"uso che si fa del camper o della roulotte, l"attaccamento che un artista può nutrire per lo strumento musicale, per gli scalpelli del casato, per gli animali domestici. Gli aggeggi che agevolano la fruizione del tempo libero, i mezzi pensati per la cultura o la comunicazione, gli ordigni fatti per il divertimento o il bricolage.
Non già le cose o i tramiti in se stessi - ciò che gli oggetti permettono di attuare, l"agire che ha bisogno di strumentazioni.
Il significato non patrimoniale del denaro, in taluni frangenti soprattutto – la frequenza dei casi in cui una mancata corresponsione potrà implicare, ex art. 1218 o ex art. 2059 c.c., ricadute di tipo anche areddituale (per chi è ricco, per chi è povero). Ciò che non si è potuto o non si potrà più compiere, contro ogni necessità o aspettativa, perché l"assegno di mantenimento non è stato versato, perché la busta con la tredicesima è stata rubata, perché la banca si è ostinata a mantenere l"ipoteca e a negare il fido, perché il datore ha licenziato illegittimamente, perché le banconote sono finite in cenere durante l"incendio.


7. Verso dove

Gli impegni per lo studioso allora,
Lealtà col legislatore, sincerità verso le fonti. Non proclamare, addirittura nel nome della certezza, che il risalto dell" homo faber corrisponderebbe a una favola dottrinaria - riconoscere invece, testi alla mano, quanto spesso sia quello il succo degli interventi.
I preconcetti da dismettere. Non fare dell"accademia uno strumento ad excludendum, tanto più in zone "affluenti" come la famiglia, il presidio degli inermi, la responsabilità civile. Non irridere ciò che mira a fornire senso alle neo-salvaguardie - tenere a freno i propri automatismi, piuttosto, resettare le categorie patriottiche, guardare oltre l"orto di casa, misurarsi col lato dei dogmi che non si conosce.
La felicità, spesso canzonata, non corrisponderà ad un vero "diritto" - anche se è talora il legislatore a parlarne - rappresenta però il filo conduttore di tante posizioni, in grado di illuminarle (fertilità, fecondità, florealità). La salute, non si tratta del solo bene sulla terra, come la follia non è l"unico male, tanti risarcimenti sono possibili senza dover psichiatrizzare la vittima. Il fare non cancella il sentire o l"avere, è tuttavia una cifra ricorrente nei rapporti. La realizzazione fornisce coibenti ad una serie di tutele, che altrimenti galleggerebbero, in modo sparso o disordinato.
Nuove parole, vecchie espressioni ritrovabili, altre accezioni per i termini di sempre; carità, impedimenti, ricadute emotive, epiteti, qualità della vita, contenzione, presa in carico.
Inchieste affidate anche alle gambe, alla fatica del mestiere. Beneficiandi riottosi, cercarli in cima alle scale, dietro la porte chiuse, ai bordi dei padiglioni, sui graffiti, presso ogni corte dei miracoli. L"esperienza quale banca-dati principale, l"oralità quale veicolo costante. Dimestichezze cresciute col tempo, nient"altro se non la memoria per contestualizzare tanti segnali, le sfumature di giornata.
Chi fa, è stato detto, come un noi stessi - anche chi fa poco o quasi niente. Quando infermo non dovrà soffrire, venir messo da parte, morire prima del tempo; finché piccolo va aiutato a crescere; se non capisce, peggio per gli altri.




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