-  Santuari Alceste  -  19/04/2016

Il nuovo codice dei contratti pubblici e le cooperative sociali – Alceste Santuari

Il codice dei contratti pubblici, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, conferma la specificità delle cooperative sociali, facendo salve le disposizioni normative di settore.

L"art. 112 del nuovo codice dei contratti pubblici stabilisce che "fatte salve le disposizioni vigenti in materia di cooperative sociali e di imprese sociali", le stazioni appaltanti possono riservare il diritto di partecipazione alle procedure ad evidenza pubblica (appalto e concessione) o possono riservarne l"esecuzione ad operatori economici e a cooperative sociali e loro consorzi il cui scopo principale sia l"inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

Viene in considerazione dunque l"intenzione del legislatore, da un lato, di mantenere e valorizzare la specificità giuridico-organizzativa delle cooperative sociali e, dall"altro, di inserire le medesime tra i soggetti deputati a realizzare progetti di inserimento lavorativo, che proprio in ragione della loro particolare finalità sono meritevoli di una tutela giuridica "rafforzata".

Quanto disposto dall"art. 112 del nuovo codice dei contratti pubblici sottende dunque la bontà del percorso legislativo e regolatorio che molte Regioni hanno inteso adottare in conformità alla l. 381/91, soprattutto a seguito della modifica introdotta nell"art. 5 della stessa ad opera della legge di Stabilità 2015, che ha previsto il confronto concorrenziale anche tra le cooperative sociali di tipo b).

Tra le Regioni che si sono date un assetto normativo finalizzato a promuovere, sostenere e valorizzare il contributo della cooperazione sociale, rientra indubbiamente la Regione Emilia-Romagna. Il 17 luglio 2014 l'Assemblea legislativa ha approvato la legge Regionale n. 12: "Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale. Abrogazione della legge regionale 4 febbraio 1994 n.7 "Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale. Attuazione della legge 8 novembre 1991, n.381".

Si tratta di una legge innovativa che recepisce i cambiamenti avvenuti in questi ultimi vent"anni, che hanno visto aumentare il protagonismo e il ruolo della cooperazione sociale in Emilia-Romagna.

La legge regionale in parola ha previsto l"attivazione di una Commissione Consultiva sulla Cooperazione Sociale, la quale ha deciso di procedere con un approfondimento dedicato sulle modalità di relazione/rapporto tra soggetti pubblici e cooperazione sociale, con particolare riferimento al tema degli appalti. Si è dunque costituito un gruppo di lavoro composto da funzionari degli Enti Locali, della Cooperazione Sociale e dei Servizi Regionali affiancati da esperti giuridici di settore, il quale ha condotto il proprio lavoro dalla seconda metà del 2015 fino ai primi mesi del 2016.

Il gruppo, a seguito di un proficuo percorso di incontri di lavoro, ha elaborato delle linee guida il cui scopo principale è fornire agli enti territoriali, ai relativi enti ed aziende strumentali, nonché agli stessi operatori economici, indicazioni operative chiare sulle procedure di affidamento ed erogazione dei servizi nel rapporto fra P.A. e cooperative sociali e loro consorzi.

In sintesi, procedure amministrative rispettose della vigente normativa - europea, statale e regionale - capaci di coniugare i vari interessi pubblici coinvolti con il ruolo attivo e strategico del mondo cooperativo, ma anche, in qualche misura, anticipatrici delle indicazioni contenute nel nuovo codice dei contratti pubblici. Infatti, il gruppo di lavoro ha considerato i contenuti delle Direttive UE n. 2014/24/UE sugli appalti pubblici e n. 2014/23/UE sull"aggiudicazione dei contratti di concessione pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell"Unione europea L.94 del 28 marzo 2014. In particolare, si segnala che il gruppo tecnico ha elaborato la propria proposta di linee guida regionali considerando la maggiore attenzione che le nuove Direttive hanno inteso dedicare alla dimensione sociale, alle clausole sociali e agli appalti riservati, rispetto alle direttive precedenti.

L"approvazione del nuovo codice dei contratti pubblici rafforza un contesto giuridico all"interno del quale gli enti pubblici locali e gli enti del servizio sanitario nazionale a livello regionale sono chiamati a rapportarsi con il mondo della cooperazione sociale al fine di potenziare le risposte gestionali ed organizzative necessarie per affrontare sia le istanze "ordinarie" sia quelle di natura "straordinaria" (si pensi al tema dell"immigrazione ovvero delle nuove povertà) che provengono soprattutto dagli strati più deboli della popolazione.




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