Cultura, società  -  Redazione P&D  -  24/10/2021

La camicetta con funghetti - Antonio Armano

Il senso iniziale di ‘’dépaysement’’ che dà l'arrivo in questa zona balcanico-veneziana di Trieste si supera dopo essere sprofondati di notte sui vasti divani di casa Cendon davanti a una bottiglia di Porto ‘’Sandeman’’, centellinata mentre si lavora a un libro.

Ho un ricordo preciso e divertente di questo momento che si è ripetuto diverse volte in varie stagioni. Il libro è ‘’Ina’’ – titolo di lavoro poi cambiato in un più evocativo ‘’Storia di Ina’’, dopo il suggerimento di Valentina Neri – e si discuteva di quei dettagli che fanno parte del lato artigianale e quasi materico della scrittura. Ina si trova in montagna con Marigondi, il protagonista – un professore vedovo il quale vive nell'anonimo hinterland milanese – e indossa una camicia con funghetti stampati.

Propongo di togliergliela e sostituirla con qualcosa di più consono a una trentenne e meno in tema con la gita. Anita è a dir poco d'accordo e lo dichiara con quella morbida franchezza e ironica mancanza di peli sulla lingua sull'opera del marito che la contraddistingue.

Paolo è un autore fermo sulla propria ispirazione ma disposto a venirti incontro non solo sui dettagli e dotato di autocritica come non sempre accade alle persone che hanno combinato qualcosa nella vita.

Dunque non si impunta certo su una camicetta a quell'ora di notte e si opta per una polo senza problemi e non senza divertimento per questo aspetto narrativo da costumisti che prende corpo in mezzo ad altri più importanti.

“Costumista” era la definizione dispregiativa che Pasolini ha inflitto al Garcia Marquez di Cent'anni di solitudine.  Cendon non è uno scrittore costumista, ha uno stile essenziale.




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