-  Rega Ilaria  -  28/08/2012

LA CRISI ECONOMICA E L'INCUBO DELLA PROSTITUZIONE - Ilaria REGA

In tempi di crisi economica come quelli attuali a pagarne maggiormente i disagi è l'anello debole della catena, anello rappresentato troppo spesso dalle donne. Donne che perdono il lavoro, donne sottopagate, donne maltrattate ed infine donne costrette a concedersi, magari anche solo part time pur di arrivare a fine mese e poter mantenere i figli.

Questo è il quadro che emerge da un indagine svolta dalla Stampa a Tel-Aviv. In questo caso si parla di donne dell'Est, costrette a prostituirsi pur di sopravvivere, donne che arrivano dal loro paese con il visto turistico per potersi 'vendere'. Donne che hanno studiato, ma a cui ormai la loro laurea non serve a nulla. Ma ci sono anche donne, come quelle dei postriboli del Bangladesh, costrette a prostituirsi dalla più tenera età per tradizione o perché vendute dalla famiglia, donne che per piacere maggiormente ai loro clienti prendono la "cow pill" (a base di steroidi che accentuano le curve, ma che espongono a notevoli rischi per la salute di chi ne fa uso) e che per sopravvivere devono mantenere una media di circa dieci clienti al giorno.

Inevitabilmente nei paesi in cui si sviluppano maggiori disparità sociali ed economiche aumentano le probabilità di sfruttamento per i più deboli. Ma tale triste realtà non è, purtroppo, poi tanto lontana, se si pensa a quante donne nell'ultimo anno in Italia hanno perso il loro posto di lavoro, quante hanno visto il loro titolo di studio divenire inutile ed inflazionato al cospetto di un lavoro divenuto globalizzato, quante nonostante i migliaia di curricula inviati non hanno avuto alcuna risposta a causa di un mercato del lavoro saturo e in crisi.

Cosa faranno queste donne per sopravvivere, dovranno essere assoggettate per la vita a compagni e mariti, oppure mantenute dai genitori? Oppure....?

Quando si parla di prostitute si finisce con il pensare a donne straniere, ma purtroppo è anche un fenomeno italiano. Accanto all'esercito di escort o di donne che si vendono in rete (e non solo) vi sono sempre più ragazzine che mercificano il proprio corpo per pagarsi gli studi o, semplicemente per ricaricare la propria carta telefonica o, ancor peggio, nella prospettiva di un posto di lavoro. E così, nell'Italia Europea, nell'Italia del G8, riemerge la "più antica professione del mondo", con il rischio "globalizzazione". Come sempre il rimedio cui più si tende è quello di rimettere in discussione la cosiddetta legge Merlin, piuttosto che analizzare con attenzione quelle che sono le motivazioni sociali e la decadenza di valori etici che costituiscono la causa del triste fenomeno.

Il quadro generale, come abbiamo visto, non riguarda solo l'aspetto "professionale" del problema, ma, forse maggiormente, la leggerezza con cui viene avvertito, quasi fosse una necessità dei nostri tempi per il raggiungimento delle aspirazioni femminili.

Come sempre, tuttavia, questo fenomeno è essenzialmente legato alla presenza della "domanda" e quindi alla complicità ed incapacità dell'uomo a reagire a tali degenerazioni di costumi e di civiltà e a trovare delle soluzioni praticabili anche a misura di donna.

 

 




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film