-  Redazione P&D  -  10/05/2015

LA FEDE È LAMBIZIONE DEGLI UMILI - Mario IANNUCCI

Psichiatra psicoanalista in Firenze

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Scorrendo l"ultima newsletter di P&D mi sono imbattuto nel titolo di un articolo di Sara Costanzo. Guardandolo di corsa mi è parso che ci fosse scritto: "La fede è l"ambizione degli umili". Ho trovato molto interessante quel titolo e sono andato a leggere l"articolo. Dopo le prime righe sono stato colto da una lieve delusione. Allora ho riletto bene il titolo, che conteneva una congiunzione e non un verbo: "La fede e l"ambizione degli umili".

Nella frase, se avesse avuto il verbo, mi sarei di sicuro riconosciuto. Sono appena tornato da un viaggio in Iran. Il Paese è bellissimo, così "vicino" a questa Italia dalle radici etrusco/medio-orientali ("rimosse" dai romani). I persiani (iraniani) sono gente allegra, ironica, senza dubbio legata al passato achemenide, desiderosa di non cancellare "le scritte" di quel passato. Le donne persiane hanno volti bellissimi e usano il velo -obbligatorio per fede- nel tentativo di valorizzare l"avvenenza e la forte grazia dei tratti.

Tutto bene con i "persiani". Un po" meno con la fede islamica dell"Iran. In molte occasioni il mio cuore si è stretto per gli effetti di quella fede. Due esempi per tutti.

Il primo esempio. Siamo in un ristorante. L"uomo, con abito tradizionale arabo, si aggira attorno al buffet degli antipasti. E" seguito da due donne, entrambe con un burqa completo nero, la retìna nella stretta fessura per gli occhi. Scelgono gli antipasti e si dirigono al tavolo. L"uomo, serio e composto, porta normalmente le posate alla bocca. Le donne, per mangiare, sollevano la gorgiera del burqa e con un abile contorsione della posata raggiungono l"invisibile bocca. Guardo e provo un lieve dolore al cuore.

Il secondo esempio. Due pasdaran, umili nell"aspetto e nell"essenza, salgono sul nostro autobus turistico. Con modi sgarbati chiedono alla giovane guida persiana (che ha studiato in Italia) di scendere e di andare con loro. La portano alcune decine di metri dall"autobus e noi, da lontano, assistiamo a un"accesa discussione fra i pasdaran e la giovane guida. Quando quest"ultima torna sull"autobus, ci racconta di essere stata redarguita (e forse multata) perché indossava una camicia che lasciava scoperto il terzo distale degli avambracci. La giovane guida ha tentato di sorridere. Io non ci sono riuscito.

Strane vicende, anche da un punto di vista psicologico, quelle delle credenze religiose, delle fedi. Le quali, come dimostrano i pasdaran non meno dei guardiani della rivoluzione cinese, tendono non raramente a promuovere l"umiliazione dell"altro, alimentando l"ambizione a schiacciare tutti verso il basso, verso l"humus, eliminando le differenze, le ambizioni creative, la memoria, i segni, i crediti e i debiti del passato. Operazione che, è superfluo rammentarlo alla psicologa Sara Costanzo, ha senza dubbio a che vedere con quella tendenza entropica nella quale si inscrivono le pulsioni di morte. Così come le 340 esecuzioni capitali, avvenute in Iran dall"inizio dell"anno, riguardano da vicino l"ambizione di morte.




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