Specialmente in ordine ai momenti interiori, è destinata a esplicarsi un’importante funzione delle sentenze: quella di ordine empatico-partecipativo.
Nessun dubbio sull’utilità del denaro pur in ambito non patrimoniale: maggiori la provvista, più ampie le iniziative prospettabili alla vittima, in vista di un ritorno in carreggiata: oggetti piacevoli da acquistare, micro compensazioni, abitudini con cui riconciliarsi; scelte di tipo innovativo o restaurativo, viaggi da intraprendere.
“Spesso il nodo decisivo, la leva per riemergere spiritualmente, si collocherà però a livello di linguaggio”. Le frasi spese dal giudice in sede di motivazione; le espressioni in grado di far sentire il sofferente compreso nella sua odissea, ascoltato fino in fondo.
Dimostrazioni letterarie di attenzione, solidarietà umana - rivisitando passo dopo passo, senza toni di maniera, la sequenza ripercussionale.
Pedofilia, nel caso di Anna ad esempio, dall’ ‘’Orco in canonica’’.
“A livello interiore”: una pronuncia sensibile alle vergogne inflitte, dentro quella canonica, alle insonnie ricorrenti; e poi il disgusto fisico mandato giù, i pianti segreti, i tristi bocconi ogni pomeriggio, i sensi di colpa.
“Sul piano esistenziale”: l’infanzia rubata, i sotterfugi umilianti, il non riuscire a confidarsi, coi genitori, le commedie da reiterare di continuo; e poi le difficoltà scolastiche, le piazze da evitare, le rinunce prudenziali, l’impossibilità di vere tenerezze coi fidanzatini.
Un magistrato capace, descrittivamente, di dar conto di tutto ciò: “Siamo dalla tua parte, ce l’hai detto nella denuncia, sul banco dei testimoni”; sentenze che non facciano sentire il danneggiato solo al mondo, come se niente fosse successo.