-  Rega Ilaria  -  07/08/2012

LA RIFORMA DEGLI ORDINI PROFESSIONALI - Ilaria REGA

Il tanto decantato termine del 13 agosto 2012, entro il quale si doveva completare la riforma delle professioni ha portato il governo, il 3 agosto 2012, all'approvazione di un regolamento che, per prima cosa, stabilisce una proroga di un anno per i provvedimenti in materia di tirocinio, formazione continua, procedimento disciplinare e assicurazione.

Troppo evidenti, infatti, appaiono gli ostacoli e le incongruenze, da più parti evidenziati, al fine di portare alla definitiva approvazione un iter legislativo che comporterà una sostanziale rivoluzione nell'ambito delle professioni tradizionali.

Tempi più stretti, invece, per la separazione delle funzioni disciplinari da quelle amministrative. Ordini e collegi avranno, infatti, appena 90 giorni di tempo. All'uopo è, altresì, prevista l'incompatibilità della carica di consigliere dell'Ordine territoriale o di consigliere nazionale con quella di membro dei consigli di disciplina territoriali e nazionali corrispondenti.

Il DPR riguarda tutte le professioni che sono dotate, appunto, di proprio organo disciplinare ed amministrativo e contiene misure volte a garantire l'effettivo svolgimento dell'attività formativa, sia durante il tirocinio che successivamente, al fine di assicurare il miglior esercizio della professione.

È prevista l'obbligatorietà della formazione continua permanente. La violazione di questi obblighi è sanzionata disciplinarmente (come, peraltro già avviene per gli avvocati). È stabilita, inoltre, l'obbligatorietà dell'assicurazione per i rischi derivanti dall'esercizio dell'attività professionale, della quale deve essere data notizia al cliente.

La pubblicità informativa è consentita con ogni mezzo e può anche avere ad oggetto, oltre all'attività professionale esercitata, i titoli e le specializzazioni del professionista, l'organizzazione dello studio ed i compensi praticati.

Con l'entrata in vigore del decreto in esame saranno abrogate tutte le norme con esso incompatibili.

Resterà, ora, da verificare la reazione dei diretti interessati, in particolare di chi, come il segretario del CNF Andrea Mascherin, che all'incontro con il ministro della Giustizia, Paola Severino aveva dichiarato "Senza lo stralcio della professione forense dal regolamento professioni e senza una legge di riforma approvata dal Parlamento vengono meno le condizioni preliminari per avviare un dialogo costruttivo con il Governo. Prendiamo atto della chiusura del ministro Guardasigilli su entrambi i fronti: chiusura irrispettosa dell'Avvocatura e delle prerogative del Parlamento".

Non meno gravi le accuse dell' Avvocatura in ordine ai meccanismi del tirocinio forense: «viene indebolito l'iter formativo del futuro difensore, in quanto dei già ridotti 18 mesi soltanto 6 sono i mesi di tirocinio vero, ossia svolti presso un avvocato, mentre il resto si confonderà con gli studi universitari oppure si perderà in attività diverse svolte presso uffici legali. Quel che è peggio, molti aspiranti avvocati finiranno al servizio di un magistrato dove non impareranno certo a difendere».




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