-  Redazione P&D  -  21/02/2013

LA VITA OLTRE LA VITA: NASCITURO E PROCREAZIONE ASSISTITA - Francesco RINALDI

Di termini quali «laicismo» e «laicità» di uno Stato o, meglio, di una «società politica», sembra essersi perso il senso e la ragione. Pur senza volersi assolutamente addentrare in un dibattito di natura ideologica, morale, religiosa o politica, pur fortemente sentito in materia, e benché ciò appaia difficilmente evitabile, la sofferta gestazione della legge sulla fecondazione o procreazione assistita è stata accompagnata da una serie di eventi di natura, spesso, marcatamente politica, a cominciare dai referendum ad essa relativi.

Numerosi e noti gli epiteti con i quali è stata, favorevolmente o sfavorevolmente, accolta dalla pubblica opinione, prevalendo, in ogni caso, insieme all"indifferenza, una valutazione sensibilmente negativa. Si ricordino alcune suggestive espressioni, quali «il massimo ottenibile» o, secondo una opposta considerazione della legge, «il massimo del minimo».

Ad ogni modo, «non si può certo dire che alla disciplina della procreazione assistita ci si sia trovati di fronte all"improvviso».

 

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La legge sulla procreazione assistita n. 40 del 2004, s"inserisce in una realtà complessa e difficilmente regolamentabile, essendo coinvolti «valori fra i più importanti dell"esistenza: la vita, la salute».

Legittima appare, pertanto, la prima questione che, forse, dovrebbe essere sollevata in materia, ossia se l"umanità possa, ed in qual misura, eticamente e giuridicamente, di tali valori giudicare e disporre.

L"ampiezza e la portata dell"argomento risulta, dunque, di tutta evidenza, vertendosi in materia di «diritti fondamentali», secondo «nuove virtualità» e «nuovi aspetti «nascosti» e contenuti nelle categorie dei diritti enunciati in Costituzione».

Le brevi, minime, note, oggetto di questo lavoro, traggono origine – come spesso accade – da recenti e meno recenti applicazioni giurisprudenziali della legge in esame6, al fine di descrivere, attraverso il ricorso all"ermeneutica, quale potrebbe o dovrebbe essere la mens legis delle disposizioni normative in essa contenute, concentrando l"attenzione specificamente sui diritti dei nascituri, artificialmente concepiti. Diritti, questi, che sembrano essere rimasti un po" in ombra nell"ambito dell"intervento legislativo al quale si fa riferimento. E, nel tentativo di dimostrare l"enorme divario tra la normativa, per così dire, «privatistica», orientata ad assicurare al nascituro la tutela della pretesa patrimoniale, e la disciplina costituzionale e sovraordinata dei diritti fondamentali del nascituro, diretta, più specificamente, alla tutela della «persona» e delle sue proiezioni «esistenziali».

[…]

 Tratto da www.dirittifondamentali.it




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