-  Mazzotta Valeria  -  27/02/2016

LE CORNA LEGALI - Valeria MAZZOTTA

Il comma 11 del maxi emendamento al DDL Cirinnà presentato al Senato, approvato dalla maggioranza, grazie al quale, finalmente, anche l"Italia avrà una legge che regola le unioni tra persone dello stesso sesso (salve sorprese in sede di votazione finale alla Camera, sempre possibili in un Paese come il nostro), testualmente recita: "Con la costituzione dell'unione civile tra persone dello stesso sesso le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri; dall'unione civile deriva l'obbligo reciproco all'assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni".

Puff !! ….sparito l"obbligo di fedeltà. Eh sì, perché per molti il fatto che anche tra omosessuali viga il diritto alla fedeltà dell"altro rendeva questa unione (che si sa….è promiscua) troppo simile al matrimonio. Fedeltà è appannaggio esclusivo della coppia eterosessuale.

Sì, perché il legale sentimentale, l"amore, la solidarietà, il sostegno di coppia non è cosa per omosessuali: solo gli etero possono dar luogo a una relazione "vera", stabile, a una famiglia. Questo è il punto: per buona parte dei politici che ci rappresentano in Parlamento la famiglia omosessuale, in fondo, non è una vera famiglia. La coppia non ha accesso al matrimonio, e neppure al reciproco diritto dovere di pretendere dall"altro fedeltà e, quindi, rispetto. Quasi ci fosse qualcosa di riprovevole in questi legami.

La scelta di non includere il dovere di fedeltà tra quelli cui i partner dello stesso sesso sono tenuti (visto che gli altri diritti che dal matrimonio derivano sono previsti: diritti patrimoniali compresi quelli ereditari,  diritto al mantenimento ed agli alimenti , la pensione di reversibilità, il ricongiungimento familiare, la cittadinanza italiana per lo straniero unito civilmente, i congedi matrimoniali, gli assegni familiari, l"estensione delle disposizioni fiscali, le imposte di successione e donazione, l"estensione delle norme sull"impresa familiare, l"inserimento nelle graduatorie per l"assegnazione degli alloggi popolari ai punteggi per i concorsi e i trasferimenti, il diritto di ricevere informazioni sullo stato di salute e le opportunità terapeutiche, le decisioni sulla salute in caso di incapacità e di decesso sulla donazione di organi, sul trattamento del corpo e sui funerali, dal trattamento dei dati personali all"amministrazione di sostegno ed alla 104, e molto altro ancora) ha tanto il sapore di una scelta indotta da una morale bigotta.

Vero è che si potrebbe diversamente ragionale: il legislatore sulle unioni civili ha optato per l"esclusione dell"obbligo di fedeltà poiché tale obbligo è oramai superato nei fatti anche nell"ambito della coppia eterosessuale. La fedeltà sessuale sarebbe cioè il retaggio di una visione arcaica, propria del legislatore della riforma del 1975 ma superata dalla naturale evoluzione della società e dei costumi: giusto e "liberale" lasciare alle parti decidere le regole della loro relazione. Il che di per sé potrebbe essere anche condivisibile ma, francamente, pare un ragionamento troppo sopraffino ed evoluto per un legislatore che, nell"ambito della stessa legge, ha optato non solo per questa ma per una serie di scelte veramente inaccettabili.

L"impossibilità per la coppia same sex di accedere al matrimonio, in primo luogo, motivata da una interpretazione arcaica e retrograda dell"art. 29 Cost., che laddove parla della famiglia come società naturale, intendeva dire che la famiglia si sottrae alle regole del diritto perché è una realtà mutevole secondo l"evoluzione dei costumi e della società (sarebbe bastato dare un"occhiata ai lavori dell"Assemblea Costituente sull"art. 29), e non che è naturale che i partner siano di sesso diverso. Questo nella nostra Costituzione non è scritto.

Il divorzio breve: sì, perché l"unione civile si può sciogliere in soli tre mesi e con una semplice dichiarazione resa davanti all"ufficiale di stato civile. Ma il divorzio diretto no, quello per le coppie eterosessuali no.

Ancora, l"esclusione della step child adoption: si è lottato, siamo scesi in piazza ma  non è stato possibile dare piena tutela ai bambini con due mamme o due papà.  Vergogna, profonda vergogna per chi sbandiera questo come un successo per aver eliminato ciò che "è contro natura": mi chiedo, questo sarebbe il legislatore fine ed evoluto che usa le unioni come banco di prova per testare  l"abolizione della fedeltà sessuale consapevole della debolezza che tale dovere ha assunto anche nell"ambito della famiglia…normale ?

In conclusione: è sabato, cerchiamo di essere positivi. Dopo 30 anni abbiamo una legge sulle unioni civili (e sulla convivenza di fatto omossessuale e eterosessuale) che rappresenta una piccola rivoluzione. Ma siamo solo all"inizio: di strada da fare ce n"è ancora, e tanta.




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