“Preconcetti temibili, per una donna, quelli inerenti all’essere molto più agiata e all’avere qualche anno in più dell’uomo che potrebbe, nonché vorrebbe, sposare”.
Una vedova ricca e graziosa sui quarant’anni, in una cittadina di provincia, si innamora, più che ricambiata, del figlio del suo giardiniere; bello e prestante, più giovane di lei di dieci anni. Vanno insieme a una festicciola in montagna, lui suona il piano e canta, ballano il valzer; lei mangia, beve, ride tutta la sera, non si è mai divertita tanto.
È un fatto che suscita disapprovazione nei due figli della donna, men che ventenni. Senza contare i pettegolezzi che, nei salotti del ricco borgo cui la vedova appartiene, presto esplodono.
Allorché l’aitante giardiniere le chiederà di sposarlo, la donna, dopo aver capito che i figli non l’asseconderebbero, risponde malinconica di no. Si fa avanti a quel punto un attempato spasimante della vedova, gentile e protettivo, se fosse quella per lei la soluzione?
Quando però il giorno di Natale la figlia annuncerà il suo matrimonio, e il figlio comunicherà che, per motivi di studio, deve allontanarsi dagli Stati Uniti, la vedova capisce quale grave errore stia commettendo; e davanti a un incidente in cui l’amato giardiniere rischia la vita, vinta ogni residua esitazione, dopo una notte di timori sulla neve, l’amore finalmente trionferà (SECONDO AMORE).