-  Mottola Maria Rita  -  08/02/2016

LIBERTA' DI MATRIMONIO: INDIA, ITALIA E RESTO DEL MONDO - Maria Rita MOTTOLA

La notizia è ancora una volta atroce: una ragazza indiana uccisa dal padre e dalla matrigna perché si rifiutava di sposarsi con un uomo molto più anziano di lei. La libertà di matrimonio sembra per noi una libertà indiscussa. Non così in India, non così nel resto del mondo, non così neppure in Italia. Il risultato di indagini recenti ammette che almeno 2000 spose-bambine tra cittadini stranieri nel nostro Paese sono condannate a una vita non desiderata, a una gravidanza precoce, a una violenza psicologica continua e a volte fisica. *

Non solo bambine indiane ma anche di altre nazionalità subiscono una simile violenza. ** E talvolta vengono ricondotte in patria contro la loro volontà o preferiscono togliersi la vita. Diverso ma altrettanto inquietante è il caso risalente a 10 anni orsono avvenuto a Carpi. Una cittadina indiana si toglie la vita gettandosi sotto a un treno in corsa. Aveva 31 anni, due bambini ed era vedova, avrebbe dovuto sposarsi con parente molto anziano e tornare al suo paese di origine.

on sempre sono di religione indù, talvolta si tratta anche di giovani mussulmane. Ma la cultura nostrana, italiana ed europea, che ha esaltato per decenni l'India e la sua religione si trova alquanto spiazzata. Tutto nasce da una visione falsata della realtà. Il desiderio di allontanarsi dal cattolicesimo, a partire dagli anni sessanta dello scorso secolo, si è scontrato con il bisogno di trascendenza che è in noi. Così è stato facile rifugiarsi nello Yoga, nei mantra, nella diete e nelle abitudini indiane, esaltandone la non violenza (ma sarà poi così vero?). E' difficile ammettere di essersi sbagliati. E' difficile riconoscere che l'idea stessa di reincarnazione, di percorso verso la perfezione che passa inevitabilmente attraverso l'accettazione del karma e, quindi, della propria condizione per quanto orribile essa sia, impedisce di aiutare i lebbrosi abbandonati sulla pubblica via, impedisce di ammettere che secondo i Veda il matrimonio, oltre a essere indissolubile, è un obbligo morale tra famiglie e la sposa va scelta cercando il marito ideale analizzando la casta, la religione professata, il quadro astrale di nascita, lo stato sociale ed economico. In conclusione è difficile per gli europei, che si sono prefigurati un mondo diverso da quello reale e perdurante da centinai di anni, riconoscere che secondo la tradizione e la religione indù il libero arbitrio non esiste, semplicemente non è contemplato. Tutto risulta preordinato e inevitabilmente condotto verso una meta finale, che per quanto appagante (unione con l'immensità) è, comunque, quanto mai lontana ed evanescente. E l'accettazione per la propria condizione è, fuor di dubbio, facile per coloro che appartengono alle caste elevate, per i ricchi. Ma per tutti gli altri ...

Diversamente per l'occidente la cultura e la tradizione si riconducono al diritto romano e alla religione cattolica. E' lì che si affondano le radici del nostro matrimonio, tutelato dalle nostre leggi e dalla nostra Costituzione. E dal principio del libero arbitrio che discende la libertà al matrimonio così come sancita dal codice canonico vigente. Il consenso matrimoniale si fonda sull'adeguata conoscenza della natura, dei doveri e dei diritti essenziali del matrimonio e sulla libera volontà nell'assumerli; e perciò: l'errore di persona rende invalido il matrimonio (c 1097). Chi celebra il matrimonio raggirato con dolo, ordito per ottenerne il consenso, circa una qualità dell'altra parte, che per sua natura può perturbare gravemente
la comunità di vita coniugale, contrae invalidamene matrimonio (c 1098). Principi simili a quelli previsti dal codice civile che all'art. 122 invalida il matrimonio contratto con violenza, per timore di eccezionale gravità, per errore sull'indentità fisica del coniuge o su una qualità personale.

Si potrebbe obiettare che non è sempre stato così. E' vero: nei primi tempi la Chiesa, esaltando la libertà dei nubendi, riconosceva il matrimonio segreto (ricordate la commovente storia di Giulietta e Romeo?). Infatti, nelle chiese d'occidente si stabilì che il consenso degli sposi era da ritenere l'unico elemento costitutivo. Per questo, fino all'epoca del concilio di Trento, vennero considerati validi i matrimoni clandestini. Tuttavia, da molto tempo, la chiesa aveva desiderato che si celebrassero anche alcuni riti liturgici, che ci fosse la benedizione del presbitero e la sua presenza come testimone della chiesa. Tale presenza del parroco e di altri testimoni è diventata la forma canonica ordinaria; il decreto Tametsi la dichiarò necessaria per la validità. ****

Ma la libertà a contrarre il matrimonio è patrimonio dell nostra cultura al punto tale da non essere codificata. O meglio, non esiste una norma specifica che disponga detta libertà. Come si accennava in precedenza, è sanzionato con l'invalidità il matrimonio viziato da violenza o errore. Ma si può dedurre detto principio dalla consolidata giurisprudenza che nega validità a una condizione apposta ad una disposizione testamentaria che subordini l'efficacia della stessa alla circostanza che l'istituito contragga un nuovo matrimonio. Tale clausola si ha per non apposta, secondo la S. C. in base al disposto dell'art. 634 c.c. che considera inesistenti le condizioni contrarie a norme imperative ed all'ordine pubblico. La libertà di contrarre matrimonio costituisce principio di ordine pubblico essenziale per il nostro ordinamento che trae essenza dall'art. 2, della Cost. 'La condizione, apposta ad una disposizione testamentaria, che subordini l'efficacia della stessa alla circostanza che l'istituito contragga matrimonio, è ricompresa nella previsione dell'art. 634 c.c., in quanto contraria alla esplicazione della libertà matrimoniale, fornita di copertura costituzionale attraverso gli artt. 2 e 29 della Costituzione. Pertanto, essa si considera non apposta, salvo che risulti che abbia rappresentato il solo motivo ad indurre il testatore a disporre, ipotesi nella quale rende nulla la disposizione testamentaria' (Cass. sez. II, 15/04/2009 n° 8941).

Cosa possiamo fare per salvare queste giovinette? Alcune le vie, tutte molto lunghe e impervie. La repressione è inutile di fronte a una tradizione e una cultura che si manifesta sempre uguale da secoli. La pressione internazionale sugli Stati, in particolare sull'India e sul Pakistan, può essere utile a innescare un processo di cambiamento e di tutela delle giovani donne indù. Anche in Italia e in Europa dobbiamo lavorare con determinazione, ricordando che solo una nazione con principi saldi e consolidati nella cultura e nella tradizione, può divenire punto di riferimento e veicolo di valori che garantiscano la dignità e il rispetto.

'L'amore è libertà, la promessa dell'amore fedele è libera, e questa è la bellezza: senza libertà non può esserci amicizia, senza libertà non c'è amore, senza libertà non c'è matrimonio' *****

 * http://www.linkiesta.it/it/article/2015/06/23/il-dramma-delle-spose-bambine-anche-in-italia-ci-sono-2mila-casi-lanno/26413/

**http://www.net1news.org/cronaca/spose-bambine-non-solo-in-india-il-fenomeno-e-diffuso-anche-in-italia-ecco-dove/

***http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/04/suicida.shtml?refresh_ce-cp

****http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1977_sacramento-matrimonio_it.html

***** Papa Francesco udienza generale 21.10.2015 http://www.paroladivita.org/Chiesa/Senza-liberta-non-c-e-matrimonio

 

 




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