-  Bacchin Giorgia  -  26/10/2015

LINQUILINO IMPEDISCE LE VISITE ALLIMMOBILE MESSO IN VENDITA: DEVE RISARCIRE I DANNI – Cass. 19543/2015 – Giorgia BACCHIN

La Suprema Corte, con sentenza n. 19543 del 30 settembre 2015, afferma il principio suesposto rigettando il ricorso di un inquilino che contestava la sentenza di condanna generica, pronunciata dalla Corte d"Appello, per aver impedito al proprietario l"accesso all"immobile messo in vendita con conseguente violazione della clausola contrattuale sul diritto di visita del titolare del bene.

Il conduttore, più precisamente, ricorreva in Cassazione lamentando l"omessa deduzione, da parte dell"attore, del danno patito in dipendenza del suo inadempimento nonché l"omessa dimostrazione del nesso eziologico tra condotta e danno ma la Suprema Corte, nel decidere la questione, da ragione al locatore.

Gli ermellini, infatti, qualificano come irrilevante l"esplicita precisazione del danno patito, proprio in ragione della natura del pregiudizio collegato al diritto leso, atteso che "l"impedimento dell"accesso del proprietario in un immobile dallo stesso destinato alla vendita è in sé idoneo a pregiudicare le trattative e la possibilità stessa dell"alienazione" e affermano, altresì, che la Corte Territoriale, nel pervenire alla condanna generica, ha correttamente applicato il principio in base al quale la condanna generica, costituisca essa l"oggetto di un autonomo giudizio ovvero di quello che prosegue per la determinazione del quantum, presuppone unicamente che sia accertata la sussistenza di un fatto anche solo probabilmente o verosimilmente dannoso mentre l"esistenza in concreto del danno, la sua quantificazione e il nesso causale dovranno essere provati nella successiva fase di determinazione e liquidazione.

Da quanto sopra deriva, quindi, che la pronuncia sulla responsabilità si configura come una mera declaratoria juris, da cui esula qualunque accertamento in ordine alla misura e alla concreta sussistenza del danno cosicché il giudicato formatosi sulla responsabilità non incide sul giudizio di liquidazione.



 




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