Cultura, società  -  Redazione P&D  -  03/08/2022

Madre picchia e maltratta di continuo il figlio minorenne a Trieste

LE TELECAMERE NASCOSTE IN CASA DAI CARABINIERI DOCUMENTANO TUTTO: ARRESTATA 

La donna lo obbligava anche a mentire, con eventuali estranei, sull’origine di lividi e graffi. Lei ora è in carcere, lui affidato ai servizi sociali

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Una cittadina che non si gira dall’altra parte ha consentito di metter fine ad una situazione di degrado e violenza familiare. La costante attività di prossimità svolta dall’Arma dei Carabinieri ha consentito di ricevere la segnalazione di una donna, titolare di un pubblico esercizio a Trieste, riguardo al sospetto di maltrattamenti su un minore da parte della madre. I primi elementi raccolti hanno fin da subito avallato i sospetti e, anche grazie alla tempestiva azione della Procura della Repubblica, sono immediatamente scattate le indagini da parte del Nucleo Investigativo. 

Le intercettazioni ambientali attivate nell’abitazione hanno reso in brevissimo tempo prova delle violenze e delle vessazioni che un ragazzino minorenne era costretto a subire dalla propria madre. A questo si aggiunge l’opera di istruzione a mentire della donna nei confronti del ragazzo sulle risposte da fornire nel caso in cui qualcuno lo avesse interpellato sui vari segni, livide e graffi che lo stesso esibiva. In questo modo la donna era riuscita ad evitare in passato una condanna per analoghi fatti. A rendere il quadro ancora più drammatico la situazione di degrado igienico in cui versava l’abitazione.

La totale sudditanza del ragazzo, che ormai abituato a tale violenza si riproponeva costantemente alla madre senza alcuna forma di autodifesa, anche istintiva, ha condotto l’Autorità giudiziaria a richiedere immediatamente l’arresto della donna, 52enne triestina, e a disporre la custodia cautelare in carcere. Il ragazzo è stato invece affidato ai servizi sociali ed inizierà un percorso di recupero psicologico. Unico elemento positivo di questa deprecabile vicenda è appunto il lodevole comportamento della esercente che ha richiamato l’attenzione dei Carabinieri sulla vicenda «e che speriamo – aggiunge in una nota il Comando provinciale dell’Arma – rappresenti un esempio da imitare».




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