Proprio in queste ore la Camera dei Deputati è chiamata a porre la fiducia sul provvedimento che la Commissione Bilancio ha redatto e approvato qualche giorno fa e che rende definitivo lo strumento della mediazione, dopo una lunga fase di transizione nonché sperimentazione.
I dati parlano chiaro. Da una parte seguono una battuta d'arresto: le mediazioni previste dalla legge come condizioni di procedibilità hanno subito un lieve calo (dalle 151.000 del 2018 alle 138.000 del 2016); dall'altra parte si è assistito ad un miglioramento dell'esito delle procedure: nel 2016 il tasso di successo è salito all' 11,2% rispetto al 10,1% dell'anno precedente.
Da tenere in conto poi la percentuale di successo relativa alla partecipazione attiva del primo incontro di mediazione: si pensi che nel 2016 si è arrivati al 23,9% rispetto al 22,5% del 2015.
Allo stato ci sono poi studi su eventuali ampliamenti delle materie oggetto di conciliazione obbligatoria, tra queste: condominio, successioni ereditarie, diritti reali, divisione, locazione, comodato; inoltre, la Commissione del ministero della Giustizia, presieduta da Guido Alpa, propone l'estensione della mediazione ai rapporti di durata o che comportano relazioni durature, alle controversie in materia di società di persone, ai contratti d'opera, di opera professionale e di appalto.
A livello fiscale, inoltre, tutti gli atti del procedimento di mediazione saranno esenti da imposta di bollo e da spese o tasse; in caso di successo della mediazione, le parti avranno diritto a un credito d'imposta fino a un massimo di 500 euro per il pagamento delle indennità dovute all'organismo di mediazione.