-  Ruol Ruzzini Pisana  -  07/03/2012

MEDICAL MALPRACTICE: MAXI RISARCIMENTO A NEW YORK - Pisana Ruol Ruzzini

Caso eclatante di malasanità.

Una giovane donna, Tabhita Mullings, a seguito di dolori lancinanti ed insopportabili veniva ricoverata al Brooklyn Hospital Center e dopo la somministrazione di antidolorifici veniva dimessa con una diagnosi di calcoli renali. Rapidamente la situazione si aggravava poiché in realtà la Mullings era stata colpita da una grave infezione resistente ai farmaci. Le sofferenze diventavano così forti da indurre la giovane, madre di tre figli, a chiamare per ben due volte il numero unico d"urgenza, ma nuovamente i dottori la rassicuravano rifiutandosi di ricoverarla. Il giorno seguente la giovane donna veniva accompagnata dai familiari in ospedale e solo in quel momento i dottori si accorgevano della gravità della situazione poichè l"infezione si era propagata ormai in tutto il corpo: la giovane cadeva in coma, la cancrena attaccava le sue estremità. I medici si vedevano, quindi, costretti ad amputarle gli arti.

Conclusione: la donna si risvegliava e scopriva di non aver più né gli arti e né la vista da un occhio.

La giovane, quindi, conveniva in giudizio l"ospedale per veder risarcito il cambiamento della sua vita a seguito dell"errore medico che aveva portato all"amputazione degli arti. L"ospedale, dal canto suo, continuava ad affermare che i medici avessero dato alla Mullings le cure migliori e che il caso fosse stato trattato in modo appropriato.

Nei sistemi europei la determinazione del risarcimento è affidato a giudici togati che solitamente orientano le proprie decisioni utilizzando precise linee guide fornite da precedenti pronunce o dalle indicazioni dei consulenti tecnici d"ufficio - c.t.u.. Negli Stati Uniti le giurie popolari deputate a tali valutazioni possono anche non ottenere alcuna indicazione sulla quale fondare le proprie decisioni avendo a disposizione le sole impressioni maturate durante il corso del giudizio o del contraddittorio dagli esperti chiamati dalle parti - c.t.p.. Ecco la ragione per cui i dirigenti dell"ospedale preferivano firmare un accordo al solo scopo di "evitare che una giuria potesse aumentare la cifra richiesta".

Dopo tre anni di battaglie legali si giungeva, quindi, lunedì scorso ad una esemplare transazione, senza arrivare ad un processo con giuria, che dichiarava il diritto della Mullings ad un consistente risarcimento pari a 17,9 milioni di dollari di cui 9,4 milioni dal Brooklyn Hospital Center ed il restante della somma dalla città di New York.

Ecco in sintesi il contenuto:

l"amputazione operata sugli arti della giovane donna era stata causata dall"errato comportamento dei medici che avevano ritardato le cure con una diagnosi errata di calcoli renali invece di una profonda infezione. La cifra era stata riconosciuta a titolo di invalidità permanente includente il c.d. permanent impairment (disabilità, menomazione di qualsivoglia attività del vivere quotidiano) e della permanent inability (perdita di capacità interrelazionali).

La trentacinquenne americana ha così potuto avere un ristoro alla sua drammatica situazione necessitante di continui aiuti nei più elementari gesti quotidiani accompagnata dall"incubo giornaliero di affrontare una vita completamente stravolta; quella loss of faculty, loss of capacity, loss of amenities ed inability to enjoy the normal activities and functions of life che nessuna cifra mai potrebbe coprire esaustivamente.

Con questo stare decisis si evidenzia una sensibilità per gli aspetti della vita privata e delle attività quotidiane che interessano la persona umana cui sia stato cagionato per colpa un danno, prescindendo dalla perdita di guadagno che la condotta illecita dei medici può aver provocato, e senza con ciò che sia rilevante, come invece avviene nella giurisprudenza europea, la previa determinazione della natura patrimoniale del danno.




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