Cultura, società  -  Redazione P&D  -  02/07/2022

Omicidio Ziliani, MM al compagno di cella: stordita con un muffin drogato "Lei lo mangia però non crolla come previsto nei primi 10 minuti: aveva un fisico forte"

«L'ho fatto per una questione etica, perché quello che hanno commesso è mostruoso». Lo ha detto parlando con il Giornale di Brescia l'ex compagno di cella di MM che aveva raccolto l'ammissione in cella sull'omicidio di Laura Ziliani e che poi ha collaborato favorendo le intercettazioni ambientali in carcere a Brescia che hanno, una volta chiusa l'indagine da parte della Procura, costretto M a confessare. Così come poi hanno fatto anche P e SZ, le due figlie dell'ex vigilessa di Temù uccisa l'otto maggio di un anno fa e poi ritrovata tre mesi più tardi cadavere vicino al fiume Oglio nel paese della Vallecamonica.

«M mi ha raccontato che quella sera lui, P e S preparano dei muffin e riempiono quello destinato a Laura di benzodiazepine. Lei lo mangia però non crolla come previsto nei primi 10 minuti: aveva un fisico forte. Alla Ziliani sembra non succedere niente e va a letto. Laura a un certo punto è ormai rintronata e va in cucina per prendere da bere dal frigorifero. 

A quel punto scatta la furia di S che prende da dietro la madre. Laura cade sulla figlia, le salta sopra P per tenerla ferma, ma la mamma non muore. Con M le mettono il sacchetto di plastica sulla testa e lo chiudono con una fettuccia e una porzione di prolunga» racconta al Giornale di Brescia. «MM mi ha detto che c'è il dubbio che sia stata seppellita viva, senza che loro ne fossero certi. Laura aveva convulsioni lunghe», ha concluso il detenuto.

 




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