Questo libro, che inaugura la sezione Filosofia, politica e potere dei Saggi di Le Lettere,
esplora la possibilità di riflettere da un punto di vista filosofico
sulle multinazionali farmaceutiche e sul nesso tra esse e i diritti umani. Si tratta
di un esperimento filosofico-politico attraverso il quale si vuole dimostrare
l"esistenza di una esigenza universale alla salute che permetta di oltrepassare la
dicotomia della tradizione liberale tra relativismo e universalismo dei diritti
umani. Manifestandosi come un prius logico, tale esigenza può essere considerata
il diritto umano per eccellenza, piuttosto che il classico diritto sociale.
Tuttavia, tale diritto è ostacolato e reso difficile dalle logiche economico-politiche
delle Big Pharma che riducono il bene del farmaco a un puro prodotto
commerciale. In Occidente, ciò si manifesta nel circolo vizioso che si instaura
tra pazienti, medici e case farmaceutiche, alimentato e voluto da tutti e tre
gli attori. Fuori dell"Occidente, questo meccanismo perverso è sostenuto dagli
accordi internazionali in materia di brevetti e dalle maggiori organizzazioni
internazionali che accrescono sempre più il divario nell"accesso alle cure. In
mancanza di una trattazione filosofica sistematica sull"argomento, le fonti qui
consultate sono caratterizzate dall"apertura verso una varietà di ambiti disciplinari
che sono stati ricondotti, tuttavia, a un"unità filosofica: medici, giornalisti
scientifici, filosofi, sociologi, economisti, giuristi, psicologi, attivisti, ex
dirigenti di note case farmaceutiche.
Paola Russo è dottoranda in Filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica
presso l"Università degli Studi dell"Insubria (Varese-Como). Ha pubblicato
diversi saggi su riviste filosofiche e volumi collettanei. Si occupa di filosofia