Letteratura  -  Redazione P&D  -  31/08/2021

Paolo Cecchi ha letto Storia di Ina

Ho ordinato ‘’Storia di Ina’’ appena pubblicato.

 

Mi è arrivato in ufficio una mattina, tra una telefonata e l’altra ho letto le prime 40 pagine, probabilmente sono stato uno dei primi in assoluto ad entrare nella storia. Pregustavo la lettura notturna, poi l’ha intercettato mia moglie (fan di Paolo Cendon narratore) e si è aperto un buco nero: l’ha letto, l’ha prestato ad amiche, rimbalzato tra una lettura e l’altra, fatto sta che il libro non è più tornato.

 

Quando un libro ti viene sottratto, tanto più se sei già dentro alla storia, è come quando vedi un film in TV e poi arriva un famigliare che, poco sensibile, agguanta il telecomando, deve assolutamente vedere un evento sportivo, un programma giornalistico con i soliti ospiti in studio, un reality di plastica. Una vera e propria forma di violenza.

 

Riordinato è rimasto lì per qualche settimana. E' difficile riprendere la lettura di un libro interrotto: ritroverai la stessa alchimia che si era creata? E con l’obiettivo di mantenerla, meglio riprendere daccapo le pagine che avevi già letto, o ricominciare da dove l’avevi lasciato?

 

In ogni caso l’ho messo nello zaino per la lettura durante una vacanza in Sicilia ad agosto.

 

Alcuni libri li rumini un po’ per volta, magari sei solo mal disposto in quel momento come lettore, non è neppure colpa del libro, non ti arrendi subito, anche se poi è una lenta agonia, come una pagina di internet con la rotella che gira a vuoto durante il loading.

 

In altri invece ti immergi completamente, diventano la tua vita per lo spazio di tempo della lettura.

 

Storia di Ina, almeno per me, è stato uno di quei libri che non ti stacchi dalla storia anche se in quel momento non stai leggendo, e cos' in un giorno l’ho divorato, era domenica 22 agosto, per lo più su una spiaggia a Lido di Noto.

 

Probabilmente non sarò apparso molto socievole con i compagni di vacanze.

 

Pazienza. Il giorno dopo, per rendermi ancora più popolare con gli amici, ho letto pure Rifiorire.

 

Ho visto tante ottime recensioni del libro e quindi mi limito a due considerazioni.

 

La prima, non so quanto pesi il conoscere personalmente l’autore, se un altro lettore, che non l’abbia mai incontrato o letto prima, può avere avuto la stessa percezione delle situazioni, del ritmo della narrazione, del peso di alcune parole, dello stile, dei rivoli del racconto, quali dettagli possano avere coinvolto di più lo scrittore.

 

La seconda, c’è una sensazione che ad un certo punto ha iniziato ad accompagnarmi: che dietro ad ogni personaggio potesse esserci un non detto, qualcosa di taciuto, di sospeso, una storia parallela o alternativa. Dipenderà dalla scelta, centrata, di utilizzare quale narratore l’amico avvocato che di certo della storia di M. e Ina saprà il necessario, ma sarà portato ad interpretarla secondo la sua visione delle cose, forse non ne conosce tutti i possibili risvolti.

 

Resta alla fantasia del lettore ricostruirli e immaginarli.

 

Volendo poi Paolo Cendon gioca sornione con il lettore: scrive nelle vesti dell’avvocato, ma racconta se stesso attraverso le parole dell’amico. Non credo proprio che la scelta narrativa dipenda dalla volontà dell’autore di nascondersi, di mantenere un qualche distacco tra sé ed M.: è invece funzionale a lasciare libero il lettore di integrare la storia attraverso i propri occhi e la propria sensibilità




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