Diritto, procedura, esecuzione penale  -  Redazione P&D  -  12/11/2022

Per un incidente d'auto il primo decreto Meloni finisce alla consulta

"I GIUDICI DICANO SE IL RINVIO DELLA RIFORMA CARTABIA È COSTITUZIONALE"

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Per un incidente d'auto il primo decreto Meloni finisce alla Consulta: "I giudici dicano se il rinvio della riforma Cartabia è costituzionale"(ansa)

Per un tamponamento del 2019, viene contestato il primo dl del governo. Lo stop alla riforma del processo penale per due mesi impedisce di applicare norme più favorevoli. A chiederlo è stato l'avvocato dell'imputato

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Il primo decreto legge del governo Meloni - quello già contestatissimo per via del pugno duro contro i rave party - finisce alla Corte costituzionale perché dispone pure il rinvio di due mesi dell'entrata in vigore della riforma della giustizia penale di Marta Cartabia. E così un imputato per violenza privata e danneggiamento, reo di aver tamponato un'auto, essere sceso dalla macchina e aver aggredito verbalmente la sua "vittima" con tanto di cazzotto alla vettura, e che poteva veder chiuso il processo proprio per via della legge Cartabia, in quanto la vittima aveva presentato una remissione di querela, invece dovrà aspettare. Perché per quel reato resta la procedibilità d'ufficio, cioè il giudice è obbligato a esercitare l'azione penale.

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Il giudice di Siena Simone Spina ha scritto ben 30 pagine in punto di diritto accettando la richiesta di ricorso alla Corte costituzionale presentata dall'avvocato dell'imputato e l'ha motivata giuridicamente perché "con l'entrata in vigore del decreto non può dispiegarsi la concreta efficacia operativa dei più favorevoli mutamenti nel regime di procedibilità relativo ai reati per cui si procede".

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Insomma, accade proprio quello che non solo ha lamentato l'Anm con Giuseppe Santalucia, ma soprattutto il giurista della Statale di Milano Gian Luigi Gatta, già consigliere della stessa Cartabia, che dice: "Questo caso dimostra come la scelta del governo di rinviare l'intera riforma contrasti con gli obiettivi di efficienza che ci chiede l'Europa. Questo è un processo che si sarebbe chiuso con la remissione della querela e che invece resta aperto e sospeso finché la Corte non deciderà sul ricorso". "Un processo - dice ancora Gatta - che non interessa a nessuno celebrare. Non alla persona offesa, che ha rimesso la querela, non all'imputato, che ha accettato la remissione, non al giudice, che avrebbe dichiarato l'estinzione del reato".

 




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