-  Scozzafava Guendalina  -  03/02/2015

PIU' O MENO 15 ANNI - Guendalina SCOZZAFAVA

 DALLA RELAZIONE DI GUENDALINA SCOZZAFAVA AL CONVEGNO ORGANIZZATO DALL'ASSOCIAZIONE NUNCA MAS "PIU' O MENO 15 ANNI...ADOLESCENTI CHE FATICA" DEL 31/01/2015

L"attuale realtà sociale ed educativa è indubbiamente molto complessa e questo ci porta a non poter più ragionare per macro categorie adulti/bambini – grandi/piccoli – chi deve crescere / chi è già cresciuto…

Oggi occorre un"alta specializzazione soprattutto nell"interazione adulto/adolescente dove il genitore diventa figura di continuità che garantisce un equilibrio in questo periodo di grande dinamismo trasformativo.

È un"età di mutamento che coinvolge il corpo, l"identità, le esperienze e la sfera emotiva

E tutto ciò è indubbiamente faticoso … per tutti --- per l"adolescente stesso in primis che è chiamato ad assecondare i compiti connessi a quest"età: le relazioni con i coetanei, la creazione di un proprio ruolo sociale, l"accettazione del proprio corso in cambiamento e la gestione di tutto ciò che è lo spazio cognitivo con la creazione di un pensiero ipotetico-deduttivo; capacità che – a differenza di prima – gli permette di rappresentare le emozioni e gli stati d"animo dell"altro.

È infatti la fase in cui la persona comincia a sviluppare empatia e contemporaneamente uno sguardo critico verso ciò che ha intorno amplificando il proprio interesse e la propria curiosità verso l"ambiente extra famigliare, inteso come fonte di nuovi stimoli ed esperienze.

Eppure questo è sempre successo, da sempre, è successo anche a noi e ai nostri genitori e così dalla notte dei tempi eppure i nostri genitori non sentivano il bisogno di andare a convegni sull"adolescenza, sulle fatiche dell"adolescenza, convegno che poi non erano neanche cosi frequenti.

E allora cosa è successo? Cosa è cambiato? Perché oggi siamo tutti qui, di sabato mattina a parlare nella II edizione del convegno delle fatiche connesse all"adolescenza?

Perché?

Io credo che molte risposte – certamente non tutte – possiamo trovarle nei cambiamenti che hanno attraversato il sistema famiglia: la gerarchizzazione famigliare, il nuovo ruolo della donna connesso anche al suo inserimento nel mondo del lavoro

Dalla famiglia tradizionale in cui il padre aveva l"autorità e la madre l"onere delle cure e degli affetti, si è passato ad una famiglia che non vuole più essere "normativa" imponendosi, ma che al contrario è predisposta alla soddisfazione dei bisogni del proprio figlio a partire da quelli affettivi.

Se in passato si sbagliava per un eccesso di sicurezza nei propri principi "Ho detto no e basta!", oggi si sbaglia per un eccesso di insicurezza, per paura di sbagliare.

Le frequenti assenze dei genitori dovute al lavoro aumentano tali incertezze, portando a discutere i problemi nei minimi dettagli, senza però prendere una posizione decisa su nulla.

Con figli adolescenti una certa flessibilità è indubbiamente indispensabile, flessibilità che non deve però tradursi in possibilità continua di aggirare le regole poiché ciò toglierebbe ai ragazzi la barriera del divieto.

In assenza di NO dei genitori, all"adolescente viene a mancare la possibilità di dire a sua volta NO e di entrare in opposizione per affermare se stesso.

Quando la vittoria è troppo facile si toglie significato alla sfida.

Lo psicoanalista Donald Winnicott sottolinea che l"autonomia dei figli è un cerchio che si allarga sempre di più, man mano che crescono.

Pertanto anche gli adolescenti continuano ad avere bisogno di regole – regole che non vengano però esercitate in maniera altalenante a seconda dell"umore del genitore- regole che servono non tanto e non solo per opporsi ai genitori, ma soprattutto per sentirsi contenuti all"interno di un cerchio sempre più ampio, ma esistente.

L"allargarsi del cerchio di Winnicott comporta un ampliamento delle autonomie e una richiesta di maggior libertà che destano inevitabili preoccupazioni nei genitori: le uscite serali, il motorino, i soldi….

Nuove difficoltà perché bisogna stabilire nuove regole e nuovi divieti/permessi e da qui la difficoltà di dover negare qualcosa in un sistema alla costante ricerca di nuovi equilibri

Ma è obbligatorio, non ci si può esimere perché il desiderio di emancipazione è un bisogno esistenziale, fisiologico che mette l"adolescente davanti ad una posta in gioco molto alta: la definizione del sé, della propria identità e della propria vita.

Quindi cosa fare?

L"età evolutiva scorre per tentativi ed errori e le crisi non sono altro che momenti di una crescita imprevista e non ancora collaudata.

Non esistono ricette che garantiscono un risultato perfetto, quella si chiama pasticceria. Ci sono però degli stimoli, delle riflessioni che possiamo portarci a casa oggi

Riconoscete all"adolescente il proprio tempo non come incubo, ma come divertimento, come momento per stare con se stesso

 La mancata socializzazione è diventata lo spauracchio dei genitori e degli insegnanti: se un adolescente o un bambino tendono ad isolarsi scatta l"apprensione: si consultano psicologi e neuropsichiatri infantili

Molte volte isolarsi è indice di maturità, di compensazione, di soddisfazione personale, di introspezione costruttiva. Non tutto è sempre patologico.

Insegnate ai vostri figli anche a stare da soli, gli eviterete di dover ricorrere alla mediocrità per riempire i vuoti.

Insegnategli a creare la vita dentro la loro vita e a riempirla di fantasia.

 Imparate a volere senza pretendere, a guardare senza riempire lo spazio di parole, inviti, divieti, state serenamente nel silenzio, stringete evitando i ricatti affettivi, non abdicate alla vostra autorevolezza con frasi del tipo "Fai come ti pare", fatevi coinvolgere dal loro vento intrepido e ascoltate il loro silenzio con curiosità, rispettando le loro paure e le loro risorse 




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