Deboli, svantaggiati  -  Paolo Cendon  -  21/01/2023

Profilo esistenziale di vita

>> nuovo nomen suggerito per l’attuale proposta legislativa umbra

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   Esistono profonde differenze sostanziali fra

     (a) - l’attuale proposta umbra di legislazione regionale sull’Amministrazione di sostegno, con il correlato istituto del (c.d. progetto esistenziale di vita) da oggi PROFILO ESISTENZIALE DI VITA, e

    (b) - le prospettive nazionali di riforma legislativa che utilizzano espressioni consimili.

 

   Il livello nazionale si muove in sostanza sulle linee della l. 328 sui Servizi Sociosanitari, del 2000,  il livello umbro invece  su quelle della l. sul Dopo di Noi n. 112 del 2016, di cui aspira a coprire i gravi vuoti statutari, assumendo una prospettiva personologica, ed estendendola anche ai profili del ‘’Durante noi”.

 

In sostanza

 

  • il piano della legislazione nazionale, agli effetti normativi/antropologici, è un posterius, quello della legge umbra un prius

 

  • il primo guarda cioè a ciò che si dovrà ‘’far fare’’ al fragile, esteriormente e organizzativamente, il secondo a quanto si deve sapere su ciò che il fragile ‘’è’’, esistenzialmente e interiormente

 

  • il primo postula un fragile in grado di rispondere a tutte le domande che gli verranno fatte, dagli operatori, il secondo cerca di prevenire proprio i vuoti che si produrranno un giorno che il fragile grave, dopo che sono morti i suoi genitori, non sia per ipotesi in grado di rispondere compiutamente a quelle domande

 

  • il primo non si occupa cioè dei vissuti personali, psicologici, abitudinari, igienici, gastronomici, voluttuari, biologici, relazionali, segreti, minimalistici, etc. del fragile grave, il secondo li mette invece al centro del proprio d.n.a.  documentale/funzionale: che quello di evitare che il liquido amniotico delle migliaia di microconoscenze che solo la famiglia possiede, sul conto di quel congiunto, vada perduto con la morte o con il possibile indebolimento cognitivo dei genitori

 

  • parliamo di momenti come i desideri nascosti del fragile, i suoi gusti nelle piccole cose, i bisogni, le micro-consuetudini, gli automatismi, i misteri, le riluttanze, le intolleranze, le idiosincrasie, le affettività, la sessualità, le paure, le passioni, le dipendenze, le mini-vergogne, i sogni, e così via

 

  • in tal senso il livello umbro regionale tratteggia una metodologia appropriata per la formazione, nel territorio,  di quel tabernacolo \ identitario che sarà, chiamiamolo così per evitare confusioni, il PROFILO ESISTENZIALE DI VITA, a livello anagrafico: un riferimento  in grado di pilotare e orientare TUTTE  le decisioni che dovranno assumersi in futuro, non solo a fini lavorativi o residenziali, ma anche sul terreno delle scelte interpersonali, accuditive, ambientali, igieniche, esistenziali, affettive / sessuali, comunicative, scolastiche, riabilitative, dell’amministrazione di sostegno, sanitarie, del fine-vita, del tempo libero e così via

 

 




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