-  Todeschini Nicola  -  13/02/2017

Riforma Gelli: addio alla responsabilità contrattuale del medico? - Nicola Todeschini

-In approvazione la riforma -Gelli- della responsabilità medica
-Veramente diremo addio alla responsabilità contrattuale del medico dipendente?
-Una riforma con più ombre che luci

     

    Fioccano i commenti, che definire rapidi è un eufemismo, in preparazione -forse- dell'ultimo passaggio alla Camera della riforma Gelli nel testo approvato dal Senato con modifiche.

    Leit motiv tra i più cliccati quello sulla presunta cancellazione della responsabilità contrattuale del medico dipendente. Tutti, nel mondo della sanità, la desiderano, anche se non sanno con precisione perché, ed in particolare la desiderano le compagnie di assicurazione, ma non il legislatore che boccia la trascinante petizione contro la responsabilità contrattuale con un gioco di parole nemmeno troppo criptico: l'esercente risponde ex art. 2043 c.c. (e quindi in via extracontrattuale) sempre che tra medico e paziente non esista un vincolo contrattuale.

    Che dire se non: "stupefacente"?

    Stupefacente -nel senso di "non sobria"- ipocrisia, se volete, di una novella che deve apparire tale, per far contenti i colleghi di Gelli, ma che non vuole -auguriamocelo- essere troppo contraria all'evidenza perorata nelle lezioni della Corte di Cassazione in tema di responsabilità contrattuale da contatto sociale, vera vincitrice nel confronto con la tesi abrogatrice del Tribunale di Milano che ipotizzava, per la Balduzzi, un significato ed un senso che non aveva.

    È perfettamente in linea con la reticenza della Balduzzi, che "dice e non dice" provocando gli interpreti (ricorderete la criticata, da chi scrive, tesi milanese) e non fa che strizzare l'occhio, semmai, ad un aggravamento dell'onere di allegazione del danneggiato che, per sostenere il titolo anche contrattuale della responsabilità, dovrà illustrare con precisione al magistrato quale particolare vincolo contrattuale si sia perfezionato con il medico dipendente tanto da non farlo apparire a guisa di un "magazziniere" (come voleva la mia provocazione, ma non troppo, di allora) mero esecutore delle direttive aziendali, come lo vorrebbe invece anche il decreto appropriatezza, ma vero professionista che agisce in scienza e conscienza usufruendo della sua indubbia autonomia.

    Perche mai allora far finta di nulla e sostenere l'incredibile e massiva campagna stampa sulla presunta cancellazione della responsabilità contrattuale del medico dipendente?

    Ah già, dimenticavo, siamo nell'era anti-giuridica del legislatore che "provoca", come disse di sè Balduzzi, e del magistrato che può interpretare oltre il significato delle parole utilizzate dal legislatore mattacchione per creare diritto, in un singolare è pericoloso capovolgimento di ruoli.

    Ma tutti la vogliono questa riforma, entusiasti, perché alleggerirà la responsabilità medica: eh si, è vero, come accade per quella penale grazie alla previsione della "imperizia perita" introdotta dall'auspicato novello art. 590-quinquies c.p., quella che può essere contestata anche se il sanitario sia perito perché diligente applicatore delle raccomandazioni contenute nelle linee guide adeguate al caso concreto.

    Ma è forse illecito domandarsi quando mai il sanitario potrà essere considerato imperito seppur rispettoso delle linee guida adeguate al caso concreto? Quando il mago Zurlì lo considererà tale nonostante le linee guida costituiscano per legge il contenuto concreto della sua perizia ma per capriccio lo vorrà definire ciononostante imperito? È a questa evenienza che il legislatore prudente ha forse pensato ?

    Ma che ci importa, con questa raffinata riforma lessicale diremo finalmente addio alla medicina difensiva, peste del terzo millennio (a proposito, chi mai ha esaminato la presunta statistica che ha dato il via al tam tam "non sei un medico se non credi nella medicina difensiva" batta un colpo); perché il medico non cadrà più in errore ma soprattutto non avrà più paura, grazie a tali fresche et aulentissime regole, del proprio regime di responsabilità. Dal prossimo anno, quindi, sempre che non ci abbiano raccontato un piccolo bugia, i quindici miliardi di euro sprecati in medicina difensiva saranno utilizzati per nuovi posti letto e l'acquisto di tac, risonanze, e magari pure, come meriterebbero (e non lo affermo con ironia) per integrare lo stipendio dei medici dipendenti.

    Quanta amatorialità merita ancora la responsabilità medica?

    Rimanete sintonizzati perché a breve lo scopriremo se, come pare, a giorni questo testo coerente, saggio -non letto approfonditamente nemmeno da chi già lo annuncia come un successo e lo commenta- diverrà norma con tutte le sue incredibili contraddizioni.




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