Cultura, società  -  Redazione P&D  -  05/11/2021

Sanremo, la città con un nome d'arte - Monica Castello

In questo periodo sono in corso le selezioni di Area Sanremo, lasciapassare per i giovani verso il palcoscenico del Festival. Ma Sanremo in realtà non si riferisce ad un san Remo bensì a san Romolo.

Quando si parla di Sanremo spesso troviamo la definizione città matuziana. Ciò ha un suo perché, che si perde nelle origini di questa realtà urbana.

Il territorio compreso tra le attuali Monaco e Taggia era abitato dai Liguri Intemeli, molto decisi, come del resto gli altri abitanti della regione, a contrastare l'avanzata dell'Impero Romano. Dopo un lungo periodo di difficili e continue battaglie Roma riuscì nel 155 a. C. a conquistare il territorio, dando vita alla IX Regio denominata Liguria e costruendo la via litoranea Jiulia Augusta, terminata nel 13 a.C., indispensabile per raggiungere la Gallia, che seguiva in linea di massima l'attuale Aurelia, passando per le strade oggi denominate via Palazzo e via Corradi e poi tornare sul mare. Agli abitanti fu imposto di difendere la strada litoranea per 2 km e mezzo di larghezza dagli attacchi delle tribù che vivevano nell'entroterra.

Scavi risalenti ai primi decenni del 1900 hanno permesso di evidenziare la costruzione tra il II ed III secolo d.C. di due ville romane, una a Bussana, di evidente destinazione agricola, ed una più grande sul mare, nella zona dell'attuale Foce, composta di almeno dieci locali e provvista di terme, appartenuta a Caio Matucio o Matutio, la cui famiglia potrebbe essere stata dedita al culto della dea dell'Aurora, detta Mater Matuta.

Intorno alle ville, che non erano solo case ma anche centri di attività artigiana e commerciale, sorgevano piccoli agglomerati urbani e contadini, cosa che accadde anche nel nostro territorio. La città venne chiamata Vico Matutianus, perché nata intorno alla villa di Matucio. A questo periodo corrispondono probabilmente i reperti trovati sotto il Battistero della Concattedrale e la necropoli, situata sotto l'attuale via dei Cappuccini e caratterizzata da tombe a cappuccina, costruite cioè sopra il rogo funerario senza la presenza di urna cineraria. La zona occupata era quella del Borgo del Piano, dove appunto si trova la Concattedrale di San Siro.

Successivamente però la popolazione dovette riparare nell'entroterra per difendersi dagli attacchi dei pirati saraceni, riuscendo a tornare sulla costa  intorno al IX secolo d.C. come conferma il vescovo genovese Teodolfo nel 980 nel documento in cui concede in affitto il terreno su cui edificare la Civitas Sanci Romuli, con la rifondazione della città nelle zone corrispondenti a piazza San Siro ed alla Pigna. E' Nasce così la denominazione  Civitas Sancti Romuli, in onore del vescovo Romolo, originario di queste terre ma, una volta eletto vescovo, andato ad esercitare il proprio magistero a Genua, cioè Genova. Romolo decise poi di tornare nella terra natia per vivere da eremita in una grotta alle pendici del Monte Bignone, dove morì. Già in vita però era considerato santo dalla popolazione, ed in molti si recavano da lui per ottenere delle grazie.  Fu sepolto per volere del vescovo Siro nel punto dove poco dopo venne edificata una piccola chiesa, sulle fondamenta della quale nel 1200 sorse l'attuale Concattedrale, denominata come il vescovo che volle quella sepoltura.

La trasformazione in San Remo secondo una teoria priva di documentazione deriverebbe dal fatto che nel 1300 si sarebbe chiamata la città Santo Eremo, ma l'ipotesi con più riscontri è quella della deformazione linguistica. Infatti Romolo divenne in sanremasco Roemu, quindi italianizzato in Remo. Tra il 1300 ed il 1600 nei documenti appaiono entrambe le denominazioni, Civitas Sancti Romuli e Civitas Sancti Remuli, sino al 1681, quando un atto della Repubblica di Genova definisce la città Civitas Sanci Romuli o Magnifica Comunità di San Remo.

Ma il dibattito sul nome non si ferma qui. Infatti lo Stato italiano decise che il comune dovesse chiamarsi San Remo, uniformandosi alle altre denominazioni contenenti il termine San o Santo. La diatriba si riaccese nel periodo fascista, quando l'eccezione sollevata dal podestà circa il fatto che non esista un san Remo venne respinta. Solo una serie di delibere consiliari tra il 1991 ed il 2002 permisero di denominare una volta per tutte la città come Sanremo, prima città che ha legalizzato un nome d'arte. Del resto è la casa della musica...




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