-  Fabbricatore Alfonso  -  05/08/2015

TERZO TRASPORTATO: ART. 141 C.A.P. E RISARCIMENTO DEL DANNO - Cass. 16181/15 - di A. FABBRICATORE

Cassazione, sez. III Civile, 30 luglio 2015, n. 16181, Pres. Vivaldi – Rel. Armano.

 

Non grava, in capo al terzo trasportato a bordo di un veicolo coinvolto in un sinistro, l"onere di specificare le dinamiche dell"incidente: quest"ultimo può agire per il risarcimento del danno direttamente nei confronti della società assicuratrice il veicolo su cui è trasportato anche solo fornendo la prova che il danno subito sia conseguenza diretta del sinistro.

Tanto stabilisce la Cassazione con la sentenza in commento, in base alla quale il nuovo Codice delle Assicurazioni ha introdotto una novità rilevante prevedendo l'azione diretta del terzo trasportato, danneggiato a seguito del sinistro stradale, nei confronti dell'impresa assicuratrice del veicolo. Lo scopo della norma è evidentemente quello di fornire al terzo trasportato uno strumento aggiuntivo di tutela, al fine di agevolare il conseguimento del risarcimento del danno nei confronti dell'impresa assicuratrice, risparmiandogli l'onere di dimostrare l'effettiva distribuzione della responsabilità tra i conducenti dei veicoli coinvolti nel sinistro.         
I Giudici, oltretutto, ricordano appunto che la nuova normativa è stata oggetto di numerose critiche da parte della dottrina ed è stata oggetto di censure di legittimità costituzionale da parte dei giudici di merito, censure che peraltro non hanno trovato accoglimento da parte della Corte costituzionale intervenuta sul punto con Ordinanza n. 440 del 23 dicembre 2008. Tale ordinanza ha dichiarato la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell'art. 141 del Codice delle Assicurazioni sollevata in riferimento agli artt. 3, 24 e 76 Cost.. La Corte, nell'ordinanza in esame, ha chiarito che è ben possibile accedere ad una interpretazione costituzionalmente orientata della disposizione censurata, in base alla quale è possibile ritenere che detta norma si limiti in realtà "a rafforzare la posizione del trasportato, considerato soggetto debole, legittimandolo ad agire direttamente anche nei confronti della compagnia assicuratrice del veicolo, senza peraltro togliergli la possibilità di fare valere i diritti derivanti dal rapporto obbligatorio nato dalla responsabilità civile dell'autore del fatto dannoso".         
La Cassazione, dunque, ribadisce che l'azione di cui all'art. 141 ha come fattispecie costitutiva una fattispecie complessa, che è data anzitutto dall'avere il trasportato a qualsiasi titolo (art. 122, comma 2, del d.lgs. 209/2005.) subito un danno per un illecito da circolazione in occasione del trasporto sul veicolo e, quindi, dall'essersi verificato tale illecito.

In riferimento a tale illecito è la legge che all'art. 122, comma 2, del d.lgs. 209/2005 prevede che l'assicurazione obbligatoria debba comprendere anche la copertura di tale danno e tale copertura sussiste quale che sia il titolo di responsabilità nel rapporto fra trasportato e proprietario o conducente del veicolo. Invero, questa previsione, se ad essa non si accompagnasse quella dell'art. 141, che lo abilita all'azione diretta, introducendo nella fattispecie costitutiva dell'azione appunto tale espressa previsione normativa, non lo abiliterebbe ad esercitare la garanzia assicurativa, che potrebbe essere attivata soltanto dall'assicurato, come di norma nel caso di assicurazione per la responsabilità civile (Cass. Ordinanza n. 29276 del 12/12/2008).      
È stato affermato, inoltre, che in tema di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, alla luce della giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea (sentenza 1 dicembre 2011, Churchill Insurance/Wilkinson), secondo il principio solidaristico "vulneratus ante omnia reficiendus", il proprietario trasportato ha diritto, nei confronti del suo assicuratore, al risarcimento del danno alla persona causato dalla circolazione non illegale del mezzo, essendo irrilevante ogni vicenda normativa interna e nullo ogni patto che condizioni la copertura del trasportato all'identità del conducente, la c.d. clausola di guida esclusiva (Cass. Sentenza n. 19963 del 30/08/2013).  
Rebus sic stanti bus, secondo la Corte il giudice di appello ha errato nel rigettare la domanda sul rilievo che l'attrice non aveva fornito la prova delle modalità con cui si era svolto l'incidente, al fine di individuare la responsabilità dei rispettivi conducenti ed eventualmente di applicare la presunzione di corresponsabilità di cui all'articolo 2054, 2 comma cod.civ..             
Tale accertamento è al di fuori della previsione dell'articolo 141 Codice delle Assicurazioni in quanto la responsabilità della compagnia assicuratrice del vettore prescinde "dall'accertamento della responsabilità dei conducenti dei veicoli coinvolti nel sinistro".

 




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