Nelle chiamate ottenute dall'intelligence di Kiev, verificate e pubblicate dal "New York Times", i racconti delle stragi di civili ma anche tutta la rabbia di un esercito impreparato: “C’erano 400 paracadutisti e ne sono sopravvissuti soltanto 38, perché i nostri comandanti ci mandano al macello”
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“Putin è un pazzo, vuole conquistare Kiev, ma non riusciamo a farlo”. “Metà del nostro reggimento è stato ucciso”. “Abbiamo ricevuto l’ordine di uccidere tutti gli ucraini che incontriamo”. “Quanto torno a casa mi dimetto, vaffanculo l’esercito”. “L’offensiva è in stallo, stiamo perdendo la guerra”. Sono le voci dei soldati russi al fronte in Ucraina, nelle telefonate che hanno fatto a familiari ed amici in Russia. Conversazioni intercettate e pubblicate dal New York Times, che danno un quadro dell’invasione ben diverso da quello presentato dal Cremlino, sia sull’andamento dell’intervento militare di Mosca, sia sui sentimenti delle truppe di Putin.