-  Tonutti Stefania  -  02/11/2014

UTERO IN AFFITTO A COPPIA OMOSESSUALE: REGOLA O ECCEZIONE? - Stefania TONUTTI

C. ha tre mesi. C. è figlia di una coppia omosessuale, nello specifico di due uomini, che convivono da molti anni ormai. I due vivono e lavorano in Italia ma, per avere un bambino ed ottenere il riconoscimento di genitori naturali si sono rivolti ad una clinica per la fertilità californiana, dove è possibile ricorrere, fra le varie opzioni, anche all'utero in affitto (e lì quel genere di gravidanze sono una pratica molto diffusa).

È oramai assodato che le biotecnologie e le scienze stanno progredendo sempre di più e determinano inevitabilmente la nascita di nuovi diritti; insigni autori quali, ad esempio, Stefano Rodotà, denunciano uno shopping/turismo planetario di diritti: gli individui si ritrovano a poter disporre di un patrimonio di diritti (diritto abortivo, diritto procreativo, diritto all'eutanasia, diritto al suicidio assistito, diritto all'identità, diritto ad un patrimonio genetico non modificato, etc.).

Il problema rimane: come regolamentare queste nuove istanze? Come valutarle? Sarebbe necessario porre dei limiti?

Il caso dell'utero in affitto è uno dei tanti: tale pratica è molto diffusa (ovviamente all'estero, dove in alcuni Paesi è legale), vi sono addirittura dei siti internet che offrono dei "pacchetti tutto completo", senza nemmeno una consulenza medica (e lagale) adeguata e dietro I quali molto spesso si nascondono parecchie truffe.

Al di là delle considerazioni etiche che si possono sviluppare sul tipo di pratica, ritenuta da molti come una mercificazione del corpo femminile, c'è da aggiungere che, in questa particolare situazione, la coppia è costituita da due persone dello stesso sesso, e questo apre ulteriori e numerosi dilemmi etici, soprattutto alla luce degli ultimi tumulti sociali in tema (assai noto è il caso delle trascrizioni civili delle unioni gay).

Tralasciando le singoli opinioni personali che ognuno di noi può avere, una considerazione generale è d'obbligo farla: questa situazione non è altro che l'ennesima testimonianza di come il diritto venga sospinto sempre più verso confini estremi, qualche tempo fa considerati invalicabili; I modi del nascere (e anche del morire) diventano materia di diritto in quanto è la società a chiedere di regolamentarli, è la società a chiedere che il diritto si adatti ai nuovi "costumi", è la società che chiede di "dominare" il diritto, il quale è diventato una sua variabile dipendente.

Nel caso delle nascite, stanno sorgendo nuove figure genitoriali, nuovi rapporti familiari, per cui il nato ha un padre ed un madre che possono essere anche diversi dai genitori naturali: fino dove possono spingersi I desideri di maternità e paternità? Quali legami si stabiliscono? Sono tutti interrogativi che ineriscono a nuove trasformazioni di identità, di madre e di padre.

Data la nuova estensione del sistema dei diritti sarebbe auspicabile un intervento del legislatore (italiano), oppure, cosa che potrebbe essere assai probabile, vi sarà, in un futuro molto vicino, una sentenza giurisprudenziale che porrà le basi per la creazione di nuove regole in questo nuovo e delicato ambito, andando a costituire un precedente nella storia del diritto italiano.




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